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Liberazione, il Consiglio comunale modenese celebra il 73° anniversario

La battaglia per la Liberazione di Modena è stata combattuta non solo dai partigiani e dalle partigiane, sono 1940 quelle riconosciute, ma anche e soprattutto dalla Resistenza civile, una rete composta in maggioranza da donne coraggiose che si sono ribellate al fascismo e hanno sostenuto, curato e offerto rifugio ai combattenti. È a loro che deve andare il nostro ricordo e il nostro ringraziamento. Lo ha detto Aude Pacchioni, presidente provinciale dell’Anpi di Modena, intervenendo nel corso del Consiglio comunale di giovedì 19 aprile dedicato al  della Liberazione di Modena dal nazifascismo.

“Anche dopo la guerra – ha proseguito Pacchioni – il ruolo delle donne è stato poco riconosciuto ma fondamentale: quando hanno finalmente ottenuto il diritto di votare e di essere elette, a loro sono stati affidati temi che si ritenevano secondari, la sanità, l’istruzione, l’assistenza. Ma dove hanno agito, queste donne hanno saputo mettere al centro i bisogni immediati della popolazione e sono state motore dello sviluppo civile, allora come oggi”.

Alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, la commemorazione è stata introdotta dalla presidente Francesca Maletti che ha poi lasciato la parola al sindaco Gian Carlo Muzzarelli, ad Aude Pacchioni e allo storico Alberto Preti.

La presidente Maletti ha sottolineato, “che l’anniversario del 2018 celebra i settant’anni della nascita della democrazia repubblicana “con l’entrata in vigore della Costituzione e con le prime elezioni politiche del 18 aprile che eleggono in Parlamento molte delle donne e degli uomini protagonisti della Liberazione, che questo Consiglio ricorda con orgoglio e riconoscenza”. Maletti ha quindi posto l’accento sull’importanza del ruolo femminile “in una fase, quella della ricostruzione del paese, in cui le donne hanno visto finalmente riconosciuto il loro diritto a esprimersi con il voto e hanno portato un contributo determinante nel lavoro e nella vita civile oltre che nelle istituzioni”, ricordando in particolare Gina Borellini, medaglia d’oro al valor militare e prima donna modenese eletta in Parlamento (tra le 45 in tutt’Italia e tra i nove modenesi senatori e deputati) dove rimase fino al 1963. La storia di Gina Borellini è narrata nel documentario “Vorrei dire ai giovani… Gina Borellini un’eredità di tutti”, di Caterina Liotti e Francesco Zarzana, uno stralcio del quale è stato proiettato in Aula nel corso del Consiglio.

Dopo aver ricordato come la Costituzione italiana non sia solo storia ma anche “attualità e futuro”, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha sottolineato che in questa fase politica, che qualcuno definisce Terza Repubblica, dove sono cambiati i partiti ma non la Costituzione, “la possibilità stessa di un nuovo e inedito quadro politico si inscrive nelle libertà tutelate e promosse proprio dalla Costituzione”. Per Muzzarelli, quindi, oggi “sono cambiati i partiti, non la Repubblica e la sua Costituzione”. E ciò che avviene “non può essere letto solo come crisi e caduta. È, al contrario, segno di vitalità della Repubblica, è lo specchio di una società civile che cerca e propone risposte alle insicurezze del nostro tempo: è una vittoria, non una sconfitta della Costituzione repubblicana”.

Il sindaco ha concluso ricordando che le fortune elettorali possono cambiare “in modo anche repentino”, ciò che non deve cambiare è l’ancoraggio ai principi costituzionali. “L’onere di onorare la Costituzione ricade ora – ha affermato – sulle nuove rappresentanze politiche, come su quelle con più antiche radici, con l’auspicio che insieme si sappiano trovare le strade per farla vivere e, ove necessario, per migliorarla ancora”.

Ricordare e riflettere sulla lotta per la Liberazione per recuperare i valori che ne erano alla base ma anche l’entusiasmo che animava quei ragazzi per una la politica positiva, attiva e costruttiva. È il tema sul quale lo storico Alberto Preti ha sviluppato il suo intervento: “La Resistenza, la lotta per i diritti e per la libertà segna il momento iniziale della rinascita della nostra società. Tutti coloro che combattevano per l’Italia, anche se con visioni opposte, hanno avuto la capacità di condividere un obiettivo comune, di continuare a dialogare, anche se era molto difficile, di capire, in quella condizione estrema, quale era il bene del paese. A noi oggi – ha concluso – tocca il compito di provare a riprendere quelle ragioni, quella lotta per i diritti e la libertà, e quel dialogo. C’è tanto materiale per riflettere, specie nei momenti di incertezza come questo”.

















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