Nel corso della serata di ieri personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Bologna ha eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore dr Martorelli nei confronti di R.C.T., 31 anni di nazionalità rumena, ritenuto l’autore della violenza sessuale avvenuta ai danni di una giovane studentessa universitaria la mattina di domenica.
La serrata indagine, condotta dalle donne e dagli uomini della Sezione Contrasto alla violenza di genere, in strettissimo rapporto con la Procura della Repubblica, fatta di acquisizioni di immagini, riscontri oggettivi, ha permesso di individuare in pochissimo tempo colui che si era reso protagonista di un tale grave fatto di reato.
Domenica mattina la giovane studentessa stava facendo ritorno a casa, dopo aver trascorso una delle prime serate primaverili in compagnia dei suoi amici, quando ha avuto la sensazione di essere seguita da un uomo. Pur accelerando il passo non è riuscita ad individuare colui che sarebbe diventato il suo aggressore, tanto che inconsapevolmente lo ha condotto sino all’ingresso della sua abitazione, in zona centrale di Bologna, dove è stata aggredita.
Le immagini che sono state visionate dagli investigatori della Squadra Mobile di Bologna hanno presentato un’azione dell’uomo veloce, brutale che soltanto l’immediata reazione della ragazza non ha portato alle estreme conseguenze. Difatti, lei, dopo essere stata aggredita ed essere stata quasi denudata, ha reagito con forza ed è riuscita a divincolarsi dalla presa dell’uomo riuscendo anche a ferirlo sia al volto che al capo. Soltanto tale reazione ha costretto l’uomo dal desistere dal suo intento criminoso ed allontanarsi.
La ragazza ancora sconvolta si è subito rivolta alle forze dell’ordine; è iniziato il lavoro investigativo con la raccolta e la visione delle immagini di tutte le telecamere che hanno ripreso il percorso fatto dalla giovane quella sera, permettendo di verificare che effettivamente era stata seguita per un lungo tratto di strada e consentendo di dare un volto al suo aggressore.
La contemporanea attività di analisi ha consentito di dare un nome ed un cognome all’aggressore, il quale già nel 2014 si era reso responsabile di due episodi analoghi avvenuto la sera dell’11 gennaio quando aveva aggredito due giovani ragazze intente a rientrare all’interno delle rispettive abitazioni ed aveva cercato di violentarle. Anche in quelle occasioni, soltanto la reazione delle donne aveva fatto desistere l’uomo.
Le identiche modalità delle aggressioni, il fatto che tutti gli episodi fossero avvenuti in zone centrali della città hanno convinto gli investigatori di essere sulla strada giusta; difatti, a seguito di una perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica, ieri mattina, all’interno dell’abitazione di R.C.T. sono stati rinvenuti gli abiti indossati la mattina di tre giorni fa.
L’uomo, resosi conto di essere stato individuato, sottoposto ad interrogatorio da parte del magistrato incaricato di coordinare le indagini, ha ammesso le sue responsabilità ed è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.