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Aspettativa di vita e mortalità, a Bologna si vive di più e continua a crescere la popolazione ultraottantenne

Dal 1971 al 2017 il numero dei residenti del comune di Bologna con più di 64 anni è aumentato di circa il 48%, tra questi gli ultraottantenni sono più che triplicati passando dai circa 11.000 del 1971 ai quasi 35.700 del 2017. Con l’invecchiamento della popolazione, sono progressivamente aumentati i decessi che, nell’ultimo decennio, sono stati in media 12,5 ogni 1.000 residenti. Nel 2017 si contano 96,5 decessi ogni mille residenti di 80 anni e oltre, un valore nettamente superiore al 92,5 per mille registrato in questa fascia d’età nell’ultimo decennio. Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nella fotografia dell’aspettativa di vita e della mortalità a Bologna nel 2017, scattata dall’Ufficio comunale di Statistica.

L’età alla quale si verifica il maggior numero di decessi in una popolazione è un primo semplice indicatore della durata della vita che, analizzato nel corso degli anni, dà conto dei progressi in termini di longevità. La popolazione italiana è una delle più longeve sul piano internazionale e anche nella nostra città l’età più frequente alla morte, oltre a essere piuttosto avanzata, si sta spostando gradualmente in avanti. Infatti, se nel 1997 il maggior numero dei decessi avveniva a 84 anni e nel 2007 a 86 anni, nel 2017 il massimo dei decessi si rileva a 91 anni. Il maggior numero di decessi si verifica a 87 anni per gli uomini e a 91 per le donne, in media metà dei decessi avviene dopo gli 83 anni per gli uomini e gli 88 anni per le donne.

Per fotografare ancora meglio il fenomeno della riduzione della mortalità e del conseguente allungamento della vita media, ogni tre anni vengono aggiornate le tavole di mortalità relative alla popolazione bolognese. Le ultime, calcolate per il triennio 2015-2017, indicano che la vita media (o speranza di vita alla nascita) a Bologna è pari a 81,3 anni per gli uomini e 85,5 anni per le donne. Dal 1979 ad oggi l’allungamento è risultato di 9,4 anni per i maschi e di 7,7 anni per le femmine: un risultato notevolissimo.
Una mortalità in calo, nonostante la quota sempre più elevata di anziani nella popolazione, si spiega infatti col progressivo innalzamento della durata media del tempo di vita, favorita da diversi fattori quali i notevoli progressi raggiunti in campo medico, il generale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, la maggiore attenzione al proprio stile di vita.
Guardando al lungo periodo, per gli uomini i guadagni più ampi in longevità sono stati ottenuti negli anni Novanta, per le donne negli anni Ottanta.
Per entrambi i sessi la speranza di vita alla nascita risulta tuttora in aumento, anche se il miglioramento nell’ultimo triennio appare assai rallentato (+0,2 anni per gli uomini e +0,1 per le donne rispetto al triennio precedente). In effetti il periodo temporale considerato sconta l’esistenza di due anni, il 2015 e il 2017, caratterizzati da una mortalità certamente superiore alla media, così come era successo ad esempio nel 2003.
Le donne vivono mediamente più degli uomini, ma il divario si riduce, anche in conseguenza di comportamenti sempre più simili su stili di vita, abitudine al fumo e all’alcool, attività lavorative esercitate.

Migliora nel tempo la sopravvivenza alle varie età, la speranza di vita alla nascita è infatti l’indicatore più noto della tavola di mortalità, ma è interessante anche analizzare la speranza di vita alle diverse età, vale a dire quanto resta mediamente da vivere a una persona che ha un certo numero di anni.
Le tavole di mortalità permettono inoltre di verificare la sopravvivenza di una popolazione iniziale teorica alle diverse età della vita.
Secondo i parametri verificati a Bologna nel triennio 2015-2017, dato un contingente iniziale di 100.000 persone, al compimento dei 90 anni sarebbero ancora in vita oltre 30.000 persone.

La durata media della vita colloca l’Italia ai primi posti tra i paesi dell’Unione Europea: nel 2015 (ultimi dati disponibili) i maschi italiani sono al secondo posto dopo la Svezia, le femmine al terzo dopo Spagna e Francia. La media europea è di 77,9 anni per i maschi, ma esistono paesi dell’Est in cui un uomo vive in media poco più di 69 anni. Per le femmine la media europea è di 83,3 anni con un range che va dagli oltre 85 anni dei paesi più longevi a poco più di 78 per Bulgaria e Romania.
Nella nostra regione la speranza di vita supera la media italiana, ci fanno compagnia altre regioni italiane, il Trentino-Alto Adige, l’Umbria e la Toscana. In ottima posizione anche la città metropolitana di Bologna, soprattutto per quanto riguarda la vita media maschile.

Proiettando i dati Istat sul futuro, nel 2065 le donne potrebbero vivere in media oltre 90 anni, la speranza di vita in Emilia-Romagna potrebbe raggiungere gli 86,6 anni per gli uomini e i 90,2 anni per le donne, con un ulteriore considerevole guadagno per entrambi i sessi. Occorre però sottolineare che l’attendibilità delle previsioni è minore tanto maggiore è il periodo di tempo considerato.

















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