Dopo un complesso iter di adeguamento, il Regolamento per la definizione di calcolo e applicazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che recepisce le nuove norme regionali, è approdato in Consiglio comunale giovedì 5 aprile.
“Il percorso di approfondimento – ha spiegato l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli – si è reso necessario per declinare la norma regionale nel contesto specifico dell’Erp modenese con l’obiettivo di garantire le più opportune salvaguardie per i cittadini. Il lavoro di questi mesi ha comportato l’analisi puntuale delle situazioni, eseguita modulando e simulando l’impatto di tutte le variabili in gioco nella modifica del canone con l’obiettivo di ancorarlo a parametri più oggettivi attraverso applicazione dell’Isee, valutazione degli alloggi, scontistiche e aumenti di cui la Regione lascia agli enti locali la facoltà di mixare l’applicazione.
La proposta attuale, come emerge dalle simulazioni presentate in Aula, porterà ad un aumento contenuto (3,4 %) del monte canone complessivo proveniente dai 2420 alloggi Erp cittadini con riduzioni del canone (-2,1 %) per le famiglie più fragili che si trovano nella fascia di protezione e aumenti per chi ha Isee più alta.
L’assessora ha quindi ricordato che la ratio della norma regionale è considerare la casa popolare una risorsa preziosa, da attribuire, mantenere e far ruotare in base a criteri oggettivi di equità con un obiettivo contestuale di aumento medio dei canoni per Acer che la Regione fissa fino al 20%: a Modena questo aumento arriverà al 15,5%, e solo per la fascia più alta, quella “di permanenza”, mentre per quella intermedia, chiamata “di accesso”, non raggiungerà il 5%.
“L’impatto della norma regionale va valutato con estrema attenzione – ha sottolineato Urbelli – perché riguarda uno dei patrimoni più importanti che la città ha costruito negli anni, pari a 2420 alloggi, cioè uno ogni 33 famiglie, con una lista d’attesa che negli ultimi anni si è abbassata del 30 % (erano 700 i nuclei in attesa nel 2015, 500 nel 2017) ma che resta significativa, a conferma che la casa popolare è la più ambita misura di sostegno all’affitto sociale. Il canone medio applicato nell’Erp modenese è infatti pari a 142 euro mensili con canoni minimi sociali per le fasce più fragili.
Per l’applicazione del canone, la legge regionale prevede il calcolo di un canone oggettivo basato su una serie di indicatori, quali le caratteristiche qualitative dell’alloggio, l’ampiezza demografica del comune e la zona. Inoltre, prevede fasce in base all’Isee lasciando ai comuni la facoltà di individuare ulteriori sottofasce per graduare meglio gli importi.
Una volta raccolti gli Isee 2017, l’Amministrazione modenese ha quindi simulato l’effetto della manovra confrontando la posizione economica reddituale e patrimoniale dei 2420 nuclei attraverso parametri trasparenti ed equi e ha applicato i criteri nel senso più tutelante.
Innanzitutto, sono stati inseriti due diversi canoni minimi sociali da 47 e 70 euro per i nuclei in fascia protezione (quella con Isee fino a 7.500) con particolari fragilità: composti cioè da anziani ultrasettantenni o in cui sono presenti invalidi. In generale, per i nuclei nella fascia di protezione il canone è in funzione del solo reddito a prescindere dalle caratteristiche dell’alloggio.
Sono state inoltre aumentate le scontistiche in fascia di accesso (con Isee tra i 7.500 e 17.154) riducendo fortemente gli aumenti previsti: i nuclei pagheranno il canone oggettivo con uno sconto graduabile fino al 50% in base alle condizioni reddituali.
Al tempo si è promossa la progressività degli aumenti per fasce di Isee, evitando l’effetto paradossale che i redditi più alti si vedessero ridurre i canoni e quelli più bassi aumentare.
I nuclei appartenenti alla “fascia di permanenza” (quella con Isee da 17.154 a 24.016 euro) pagheranno il canone oggettivo ma l’aumento è stato graduato in due sottofasce e le poche situazioni con redditi e patrimoni particolarmente alti (0,8 % del totale) verranno sostenute in un eventuale percorso di abbandono dell’Erp con soluzioni in Agenzia casa.
Infine, ai nuclei che superano i limiti di reddito Isee o di patrimonio mobiliare per i quali è emesso il provvedimento di decadenza sarà applicato il canone concordato come previsto dalla legge regionale.
Il Regolamento avrà decorrenza 1 ottobre 2017; è inoltre previsto un monitoraggio costante per verificarne l’impatto e il grado di raggiungimento degli obiettivi.