“Un fatto gravissimo, indegno e intollerabile, che va al di là dell’umano. Tanto più perché coinvolge persone anziane, fragili e indifese, che più di qualsiasi altro avrebbero bisogno di essere protette”. Così l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, dopo la notizia relativa ai maltrattamenti inflitti da numerose operatrici sociosanitarie agli ospiti di una casa di riposo di Reggio Emilia.
“Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri per avere condotto questa indagine- sottolinea Venturi- e ringraziamo anche i parenti degli anziani ospiti, la cui collaborazione è stata fondamentale per far emergere quanto accaduto. E proprio l’attenzione dei parenti conta moltissimo, oltre alle verifiche di legge che vengono regolarmente svolte, rinnovo quindi l’appello a tutti i famigliari di persone che si trovano presso strutture d’accoglienza a segnalare sempre alle autorità locali e alle aziende sanitarie ogni segnale, anche il più piccolo, affinché vengano svolti subito accertamenti”.
“Se le accuse saranno confermate- conclude Venturi- parliamo, ribadisco, di reati gravissimi, che rischiano peraltro di infangare l’operato di quanti ogni giorno svolgono in modo ineccepibile un lavoro prezioso all’interno delle case di riposo. Prendendosi cura con scrupolo, professionalità e dedizione delle persone più deboli”.
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ADESSO BASTA! Basta con i maltrattamenti di persone anziane “ospiti” in strutture della nostra regione. Ieri Sant’Alberto, in provincia di Ravenna: in una Casa Famiglia, i Carabinieri hanno trovato alcuni anziani ultranovantenni soggetti a violenze e vessazioni; una di loro pare fosse legata al letto con una catena. Oggi bassa Reggiana, in una struttura convenzionata e quindi accreditata dal Servizio Sanitario pubblico e gestita da una nota cooperativa sociale.
Sono stati arrestati, indagati, sospesi dal servizio diversi operatori: persone che dovrebbero garantire assistenza, conforto, dignità ad anziani fragili o non autosufficienti e che si trasformano in aguzzini con comportamenti di inaudita violenza che mortificano innanzitutto la sensibilità e l’umanità di chi li mette in pratica senza alcun ritegno, senza vergognarsi di se stessi.
Due casi che si aggiungono ad altri già registrati in regione e dimostrano una volta di più la necessità urgente e assoluta da una parte di definire una regolamentazione chiara delle Case Famiglia, strutture totalmente deregolamentate che chiunque può aprire senza alcuna autorizzazione, dall’altra di mettere in atto controlli efficaci anche sulle strutture accreditate. Gli anziani che sono costretti a viverci hanno diritto a una assistenza di qualità, che garantisca loro innanzitutto rispetto e condizioni di vita dignitose: C’è una responsabilità diretta delle strutture, degli operatori, ma anche delle famiglie che devono vigilare attentamente sul modo in cui sono trattati i propri familiari. E una responsabilità altrettanto precisa sta in capo alle Aziende Sanitarie, ai Comuni, alla Regione: Spi Fnp Uilp regionali hanno posto da tempo queste esigenze e chiedono in particolare alla Giunta Regionale di attivare rapidamente un tavolo per definire regole chiare di riferimento per l’apertura e il funzionamento delle Case Famiglia e di definire meccanismi di controllo continui ed efficaci.
Spi Fnp Uilp regionali hanno piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella Magistratura: danno sin d’ora mandato alle corrispondenti strutture territoriali di Ravenna e Reggio, di verificare la possibilità di chiedere la costituzione di parte civile nei dibattimenti processuali che saranno eventualmente avviati.
Così Spi-Cgil E-R – Fnp-Cisl E-R e Uilp-Uil E-R