Unimore e Fondazione Marco Biagi laureano 13 nuovi dottori di ricerca. Concluso lunedì 26 marzo, con la discussione delle tesi, il 30° ciclo del Corso di dottorato in Lavoro, Sviluppo e Innovazione istituito presso il Dipartimento di Economia Marco Biagi, realizzato in collaborazione con la Fondazione Marco Biagi.
La cerimonia, nella sede della Fondazione, davanti ad una commissione composta dai professori Giovanni Solinas, Direttore del Dipartimento di Economia Marco Biagi, Antonella Occhino della Università Cattolica di Milano e Marco Rodolfo Di Tommaso dell’Università di Ferrara. I nei dottori hanno concluso con successo un percorso di studio avviato tre anni fa. Tre di loro si sono meritati una menzione di lode da parte dei commissari.
Il dottorato in Lavoro, Sviluppo e Innovazione, che dalla sua istituzione, nel 2006, ad oggi ha visto circa 150 dottori di ricerca conseguire il più alto titolo dell’istruzione universitaria, pone l’accento sugli studi giuridici, economici ed organizzativi che seguono l’evoluzione delle relazioni di lavoro nel contesto delle dinamiche economiche e sociali. Le tesi discusse quest’anno hanno riguardato in particolare: il contratto di appalto, le tutele in materia lavoristica, la certificazione dei contratti, le rappresentazioni del lavoro femminile, la partecipazione dei lavoratori nell’impresa, la povertà e l’ineguaglianza e la valutazione delle politiche pubbliche.
La coordinatrice del Dottorato, prof.ssa Tindara Addabbo del Dipartimento di Economia Marco Biagi, ha affermato: “Mi rallegro con i dottori e le dottoresse che hanno raggiunto questo traguardo. E’ stata una giornata molto intensa nella quale ognuno ha potuto discutere con competenza e direi anche soddisfazione il lavoro portato avanti nel corso del dottorato. A breve verrà pubblicato il bando di ammissione al nuovo ciclo al quale spero vorranno aderire dall’Italia e da altri paesi giovani studiosi/e attratti dai temi di ricerca e dalla possibilità di svolgere attività di ricerca e formative in un ambito economicamente e culturalmente stimolante quale quello della città che ci ospita”.