Tecnici e amministratori greci e ciprioti, provenienti da Atene e Lakatamia (Cipro), hanno visitato l’impianto accompagnati da tecnici del Comune di Reggio Emilia e da specialisti del Gruppo Iren.
Il depuratore di Mancasale è divenuto un punto di riferimento nazionale ed internazionale per il riutilizzo delle acque depurate in agricoltura provvedendo, ogni anno, all’immissione di oltre 5 milioni di metri cubi di acqua per uso agricolo. L’impianto, che serve la città di Reggio Emilia e alcuni comuni limitrofi, è uno dei maggiori del Gruppo Iren, oltre che il più innovativo e soggetto a stringenti controlli. L’impiego per l’irrigazione delle acque reflue, infatti, è regolato dal D.M. 12 giugno 2003 n. 185 il quale, per potersi praticare il riutilizzo dell’acqua, prevede il rispetto di ben 54 parametri dei quali molti corrispondono a quelli richiesti per la qualità delle acque potabili e molti altri non sono nemmeno previsti per la potabilità dell’acqua. Uno degli aspetti che caratterizzano il riutilizzo delle acque depurate per l’agricoltura è dunque la loro sicurezza in quanto i processi sono e devono essere costantemente monitorati e controllati per rispettare gli stringenti vincoli di qualità imposti dalle norme.
I delegati greco-ciprioti, visitando il sito nel quale, ogni anno, vengono trattati 19 milioni di metri cubi di acqua, hanno espresso un grande interesse per le soluzioni tecniche adottate che potrebbero fungere da esempio per le loro realtà territoriali, essendo concreta la possibilità di avere sempre a disposizione acqua di recupero da utilizzare per l’irrigazione agricola anche in condizioni alterate dai cambiamenti climatici in atto.
La visita all’impianto è stata effettuata nell’ambito delle iniziative legate ad Life Urban Proof, progetto co-finanziato dall’Unione Europea attraverso lo strumento LIFE15 – Adattamento ai Cambiamenti Climatici, a cui partecipa anche il Comune di Reggio Emilia.