Siamo assolutamente contrari e amareggiati dell’uso politico e strumentale che è stato fatto e si continua a fare intorno ad un tema così delicato ed importante come le vaccinazioni. L’obbligo di una determinata serie di vaccinazioni deve rispondere esclusivamente a motivazioni di carattere scientifico ed epidemiologico: la Sanità pubblica ha il dovere di salvaguardare la salute dei propri professionisti, della collettività e di ogni singolo individuo attraverso misure preventive anche di carattere obbligatorio e tanto più in strutture come quelle ospedaliere che per definizione erogano Salute.
L’ultima campagna politica si è appropriata del tema delle vaccinazioni e temiamo che l’attuale campagna per le prossime elezioni delle RSU stia fortemente condizionando una discussione che dovrebbe restare nel merito e non inseguire facili consensi: a nessuno piace vaccinarsi, il tema è se serve a prevenire un contagio per sé stessi e per gli altri.
La CISL pertanto riconosce alla Sanità, in particolare a chi è preposto alla tutela della salute dei lavoratori e a chi è preposto alla tutela della salute dei pazienti, il diritto di determinare i requisiti che un operatore sanitario deve possedere per poter operare in determinati reparti. E’ una grande opportunità per tutelare sé stessi e tutte le persone che si hanno in cura .
Ricordiamo in proposito quante battaglie abbiamo fatto come sindacato, a volte contro le stesse Aziende sanitarie, per il riconoscimento delle malattie professionali contratte in servizio dagli operatori sanitari e tutti gli sforzi fatti per rendere i posti di lavoro sempre più sicuri per i professionisti ed i pazienti.
Ricordiamo in proposito quanto sia oneroso e serio per la Sanità il problema di rendere le nostre strutture sanitarie immuni dalle infezioni e dai contagi: ogni cittadino, dai bambini agli anziani, degenti in un ospedale si aspettano di guarire e di non contrarre qualche altra malattia.
La CISL crede nella maturità e senso di responsabilità degli operatori sanitari, ne riconosce le fatiche e i doveri: sono professionisti a tutto campo, in formazione scientifica e senso etico.
Sono professionisti anche coloro che daranno attuazione a queste nuove indicazioni, dovranno procedere con la necessaria gradualità in dialogo con gli operatori coinvolti e trovare le opportune soluzioni in collaborazione anche con i sindacati.
Col medesimo rigore riteniamo che l’Assessorato avrebbe dovuto convocare le Confederazioni sindacali prima di assumere una delibera su un tema così importante e delicato, che coinvolge non solo una fetta consistente di operatori sanitari ma l’intera cittadinanza e l’organizzazione sanitaria della nostra Regione.
Nel confronto con le rappresentanze sindacali bisogna crederci fino in fondo e non “ alla bisogna”.
(CISL Emilia Romagna – CISL FP ER)