Il consolidamento del controllo pubblico di Hera spa continuando a garantire il ruolo di Modena negli assetti societari e un apporto significativo agli equilibri di bilancio dei Comuni. Sono alcuni degli obiettivi del rinnovo dei patti parasociali tra enti locali illustrato lunedì 19 marzo alla commissione consiliare Risorse dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha sottolineato come l’azienda rappresenti un solido riferimento per il territorio sia in termini di servizi sia per ciò che riguarda investimenti e occupazione.
La delibera, che verrà discussa nella prossima seduta del Consiglio comunale, prevede il rinnovo per un triennio dei patti di sindacato sottoscritti nel 2015 per garantire il controllo strategico pubblico della società “bloccando” il 38 per cento delle azioni di proprietà degli enti locali con un vincolo di intrasferibilità, una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale appunto nel 2015.
Al patto generale fanno riferimento 117 enti locali (tra i quali anche le città di Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena, Trieste, Padova e Udine) che al momento detengono circa il 49,5 per cento delle azioni (comprese quelle non bloccate), mentre verrà rinnovato anche il patto di secondo livello che consente a 21 soggetti modenesi, tra Comuni e Unioni di Comuni, di mantenere una presenza organizzata e continuare a esprimere, tra l’altro, due rappresentanti nel cda dell’azienda. Il gruppo Azionisti Modena possiede circa 8,5 per cento di Hera spa con oltre 126 milioni di azioni, 93 milioni delle quali bloccate e non trasferibili.
Tra le novità del patto di secondo livello c’è una diversa distribuzione della quota di azioni bloccate: per consentire ad alcuni Comuni la possibilità di avere azioni trasferibili (Castelfranco, Sassuolo, Formigine, Maranello, Fiorano e Palagano, infatti, ormai erano a zero) o aumentare la propria quota (è il caso di Pavullo e Serra), il Comune di Modena bloccherà oltre 3 milioni e 600 mila azioni in più arrivando a circa 72 milioni sui 97 milioni posseduti. “Rimane comunque un buon margine se nel triennio ci fosse la necessità di vendere azioni – ha spiegato il sindaco – ma è un’eventualità che al momento non è prevista. Diversi Comuni, invece, questa necessità potrebbero averla e quindi si è valutato di svincolare dal blocco una quota delle loro azioni per renderle trasferibili. Grazie al blocco aggiuntivo del Comune di Modena, però, il peso del sistema modenese nel patto di sindacato generale rimane inalterato”.