Dal monastero benedettino di San Procolo a Bologna (l’ex Maternità) alla basilica di San Lorenzo a Monticelli d’Ongina, ma senza tralasciare Palazzo Malaspina a Bobbio, sempre nel piacentino, o la cripta di Sant’Ippolito a Brisighella, nel ravennate. Sarebbe lungo l’elenco delle eccellenze artistiche e naturalistiche dell’Emilia-Romagna. Luoghi che, così come in tutta Italia, in occasione delle tradizionali Giornate FAI di Primavera, in programma il 24 e 25 marzo e illustrate questa mattina nella sede della Regione, si aprono al grande pubblico. Palazzi, musei, residenze, parchi e siti di solito non accessibili ai visitatori
In Emilia-Romagna i beni aperti sono 47 in 26 località con più di 2.000 studenti dei licei che faranno da “apprendisti ciceroni” alla scoperta delle bellezze del territorio. Inoltre, volontari del progetto “FAI Ponte tra Culture” proporranno visite speciali in spagnolo, russo, filippino, albanese, portoghese, ucraino, rumeno per chi non conosce la lingua italiana.
Il tema conduttore scelto dal FAI Emilia-Romagna è il Novecento,un secolo cruciale, straordinario, affascinante ma anche controverso. Una sorta di viaggio in una regione policentrica e che rimarrà tale anche dopo l’unificazione d’Italia.
Questo l’itinerario a tema proposto dal FAI: Modena Villa Lonardi – Rimini Il Parco Fellini e il Grand Hotel – Riccione Villa Franceschi – Predappio Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità – Bologna Sede Storica della Scuola d’Ingegneria ed Architettura – Bologna Liceo Scientifico “Augusto Righi” – Forlì Palazzo della Prefettura – Imola Villa Muggia – Lugo itinerario artistico all’interno del Complesso del Carmine, Rocca Estense e Biblioteca Trisi – Bologna Spazio Carlo Scarpa – Bologna Sede Confindustria Emilia.
“Queste giornate sono il risultato di un lavoro straordinario del Fai, che riesce sempre a proporre nuovi e interessanti siti da scoprire o riscoprire”, ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti. “Il tema prescelto quest’anno si intreccia con le politiche portate avanti dalla nostra Regione, a partire dalla legge sulla Storia e la Memoria del ‘900, appunto, fino alla campagna dell’assessorato alla Cultura, realizzata in occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale e che ha come slogan ‘Energie diffuse’ a sottolineare il carattere policentrico di un territorio che da Piacenza alla Valmarecchia offre un patrimonio culturale di grandissimo livello”.
“Come ha già dichiarato il presidente Fai nazionale, Andrea Carandini- ha aggiunto il presidente FAI Emilia-Romagna, Marina Senin Forni- il patrimonio culturale è costituito non da una somma di gioielli sparsi, ma da un tessuto continuo trapunto di pietre, più o meno preziose, cioè da un contesto nel quale le diverse specializzazioni – archeologia, antropologia, storia dell’arte e architettura – più che esaltare la loro separatezza devono cooperare tra loro, se vogliono rammendare e raccontare il manto, a più strati ma unico perché continuo, in cui il Paese è da millenni avvolto”.
I numeri Fai in Emilia-Romagna
Il FAI in Emilia-Romagna è rappresentato dalla presidente regionale, dalla referente regionale e da 10 Delegazioni, 9 gruppi FAI, più di 12.000 aderenti e 9 gruppi FAI Giovani, con oltre 1000 aderenti. /AA
In allegato: l’elenco dei luoghi aperti in Emilia-Romagna con indirizzi, orari di apertura e modalità di accesso. Inoltre le foto della Chiesa di San Francesco del Prato a Parma e di Palazzo Tirelli (già Gabbi) a Reggio Emilia
Alcune immagini dei beni aperti durante Giornate FAI in Emilia-Romagna sono scaricabili dal sito ftp FAI (consigliato Filezilla, indirizzo: 82.190.14.71 – porta: 21 – nome utente: del_guest – password: ospite2018!).
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