“La sicurezza in montagna. Una serata con il Cai e il Soccorso Alpino”: è questo il tema dell’iniziativa organizzata martedì 20 marzo dal Cai reggiano in collaborazione con il Soccorso Alpino Emilia-Romagna e con il Trento Film Festival. L’appuntamento è alle 21:00 al Cinema Rosebud, in via Medaglie d’Oro della Resistenza 6 a Reggio Emilia.
Nel corso della serata verrà presentato il documentario “Senza possibilità di errore”, sull’attività del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), realizzato in quasi due anni seguendo le esercitazioni degli uomini del Soccorso Alpino.
«Con la serata del 20 marzo – spiega il presidente del Cai reggiano Massimo Bizzarri – abbiamo pensato di svolgere un ulteriore passo sulla prevenzione dei pericoli che si possono incontrare in montagna, affrontando il tema del soccorso organizzato. Per il Cai è fondamentale il concetto che “sicurezza equivale a cultura”. Cultura nel senso di conoscere il proprio corpo e le reazioni che questo potrà avere sotto stress e sotto sforzo, conoscere i luoghi in cui ci si avventura, conoscere le attrezzature e l’abbigliamento necessari, le condizioni climatiche e metereologiche, il vento, la bufera, la nebbia, la neve e i relativi pericoli. Cultura significa capire che mi sto assumendo un rischio, che sto superando un limite oggettivo o il mio limite personale ed è meglio ritornare sui miei passi. Nei corsi di alpinismo ed escursionismo del Cai cerchiamo proprio di spiegare questi basilari concetti. Nel momento in cui, poi, si dovesse presentare la necessità di soccorre un compagno – prosegue Bizzarri – dobbiamo mettere in campo il cosiddetto autosoccorso, quello svolto dagli stessi componenti il gruppo. Purtroppo però non sempre si è in grado di porvi autonomamente rimedio. Con la proiezione di “Senza possibilità di errore” abbiamo voluto presentare agli amanti della montagna anche l’altra faccia della medaglia, ossia cosa c’è dietro alla telefonata di richiesta aiuto, a quali sforzi, addestramenti, prove e pericoli si sottopongono volontariamente i membri del Soccorso Alpino. Il loro è un impegno duro, faticoso e rischioso: anche sul nostro Appennino. E non possiamo non ricordare Davide Tronconi, morto durante una operazione di soccorso».