Licenziamento collettivo per 32 lavoratori e richiesta di una proroga per presentare un piano concordatario: si acuisce la situazione di crisi alla Martini Light di Concordia (Modena) secondo quanto emerso ieri pomeriggio, a Bologna, nel corso di un incontro, in viale Aldo Moro, cui hanno partecipato Regione Emilia-Romagna e Amministrazione comunale di Concordia, rappresentanti dell’azienda, sindacali e dei lavoratori, Fiom Modena, Fim Emilia centrale e Rsu per affrontare la complicata vicenda che da mesi coinvolge l’azienda della bassa modenese.
La Martini sta attraversando un periodo di difficoltà evidenziato dalle perdite di mercato e dalla progressiva riduzione del personale (a fine 2016 erano poco più di 100 i dipendenti mentre oggi se ne contano 63), dal mancato pagamento di alcune mensilità arretrate, mentre è in corso una procedura concordataria.
L’azienda ha informato i presenti al tavolo che a breve il collegio presso il Tribunale di Modena deciderà in merito a una domanda di proroga di ulteriori 60 giorni per presentare un piano concordatario. Inoltre, si è appreso che è stata avviata una procedura di licenziamento collettivo per 32 lavoratori.
A fronte di queste rilevanti e determinati novità le parti hanno valutato la necessità di sospendere la riunione in corso per riaggiornarla a breve la presenza di tutti i soggetti coinvolti.
“Siamo fortemente preoccupati- hanno affermato l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi e il sindaco di Concordia, Luca Prandini– per la criticità della situazione: è assolutamente necessario che il Tribunale autorizzi la proroga richiesta per consentire di esplorare concretamente tutte le strade necessarie a preservare la produzione e il marchio”.
“Si tratta di un marchio del made in Italy conosciuto e affermato che non deve essere disperso- hanno aggiunto Costi e Prandini-, ci sono professionalità, lavoratori e famiglie che vanno tutelate trovando una soluzione industriale che garantisca la continuità del sito produttivo di Concordia. Chiediamo che venga revocata, o almeno sospesa, la procedura di licenziamento collettivo e una volta ottenuta la proroga del concordato si possa discutere di come accompagnare questa transizione, anche utilizzando gli ammortizzatori sociali se necessari, per consentire la definizione di un piano di rilancio industriale e commerciale anche attraverso nuovi soggetti imprenditoriali interessati“.