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I lavoratori della Mec Mac di Modena proclamano lo sciopero ad oltranza

Non c’è pace per la Mec Mac di Modena, azienda nata dalla decisione della multinazionale giapponese Kverneland di chiudere il sito produttivo nel 2016. “Dopo 13 mesi è giunta la messa in liquidazione e nei giorni scorsi – spiega  Fiom/Cgil Modena – è subentrato un nuovo imprenditore che non ha però presentato un progetto industriale con sufficienti garanzie di prospettiva”.
Per questo da stamattina è scattato lo sciopero ad oltranza dei lavoratori, proclamato dalla Fiom/Cgil, con presidio davanti ai cancelli (in via Ponte Alto 74) h24.

“Dopo la messa in liquidazione dell’azienda a fine luglio dell’ex titolare di Mec Mac Modena, l’avvocato Borgogna, l’apertura della procedura per il licenziamento collettivo di tutti i 25 lavoratori, si sono succeduti in questi mesi numerosi incontri con Borgogna nelle sedi del Comune e della Provincia di Modena e nell’ultimo mese – prosegue il sindacato – è subentrato nella trattativa il rappresentante di un nuovo soggetto imprenditoriale interessato a rilevare Mec Mac.
Il 14 novembre scorso il nuovo soggetto imprenditoriale, la Edil Pedone Srl di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), ha rilevato le quote societarie, ha messo in bonis l’impresa revocando lo stato di liquidazione e ha revocato anche la procedura di licenziamento.
La società ha affermato la volontà di far ripartire l’attività produttiva ferma da fine luglio, facendola precedere da un periodo di almeno 4 mesi di ammortizzatori sociali”.

Tutto sembra positivo, e allora perché i lavoratori scioperano?
“Innanzitutto – continua Fiom/Cgil – il nuovo soggetto imprenditoriale non è l’azienda prospettata dagli impegni sottoscritti inizialmente con un’offerta di interessamento (seppur non vincolante), che aveva una importante solidità finanziaria, ma si è rilevata appunto la Edil Pedone Srl che ha un capitale sociale nettamente inferiore.
Ad oggi non è stato presentato nessun piano industriale e nessun piano di investimento per riavviare il sito modenese, si è solo sussurrata la possibilità di cambio della mission produttiva passando dalla produzione di macchine agricole a macchine per l’edilizia. Settore quest’ultimo che ha subito fortemente la crisi negli ultimi anni, con alcune aziende modenesi che hanno chiuso.

Inoltre – rincara la nota – lo stipendio di ottobre verrà pagato attraverso la vendita ad una società terza di attrezzature e macchinari definiti dalla proprietà non necessari, ma questo rappresenta un ulteriore svuotamento dell’azienda e un segnale di disimpegno visto che non è accompagnato da un piano di investimenti.
Il nuovo proprietario ha anche dichiarato rispetto a qualsiasi ammortizzatore sociale attivato nei prossimi 4 mesi, che non c’è la volontà di anticipare mensilmente le quote a carico dell’Inps, scaricando sui lavoratori tempi e rischi della procedura.
Per questo, anche se c’è un nuovo imprenditore, i lavoratori e la Fiom/Cgil non ritengono che ci siano garanzie sufficienti e non vogliono tornare nell’incertezza degli ultimi mesi”.

Ieri inoltre – conclude Fiom/Cgil – il nuovo imprenditore non si è presentato all’incontro per confrontarsi con le istanze dei lavoratori e quindi lo sciopero andrà avanti sino a quando non verranno date garanzie sufficienti di sostenibilità finanziaria e di progetto industriale”.

















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