“Con il pensiero rivolto alla famiglia del neonato deceduto dopo il parto all’ospedale di Sassuolo, chiediamo sia fatta la massima chiarezza sul sistema di emergenza urgenza predisposto non solo per la donna di Pavullo soccorsa ieri, ma per tutte le donne che dopo la chiusura del punto nascite di Pavullo sono obbligate a 50 km di strada ed oltre per recarsi od essere trasportate nel più vicino punto nascite di Sassuolo, anche in casi di urgenza.
Per questo abbiamo presentato un’interrogazione, affinché gli organismi competenti chiariscano ed illustrino cosa ieri, nel sistema, non ha funzionato. Nella rassicurazioni e nelle raccomandazioni che hanno accompagnato e giustificato la chiusura del punto nascite, i massimi rappresentanti tecnici e politici della sanità modenese avevano promesso un piano straordinario di assistenza e di emergenza per quelle donne residenti in montagna che proprio perché distanti dal più vicino punto nascite di Sassuolo potevano trovarsi in condizione di reale ed oggettiva difficoltà ed essere esposte a maggiori rischi. Chiediamo se il piano di urgenza predisposto ed attuato nei confronti della donna fosse già quello previsto ed entrato in vigore o se comunque le procedure adottate per il soccorso ed il trasporto della donna abbiano rispettato i protocolli previsti per tale genere di urgenza. Cercare la verità e capire se e cosa di poteva fare per trasferire per tempo la donna in una struttura idonea all’intervento richiesto, crediamo possa servire ad evitare che ciò accada di nuovo.
Alla luce del potenziamento comunque promesso sia del reparto di ostetricia sia delle funzioni di emergenza urgenza dell’ospedale di Pavullo ci chiediamo se e come si possa almeno riaprire una riflessione sulla funzione che il locale presidio potrebbe avere proprio nel trattamento di casi urgenti come quello registrato ieri nei quali anche i 5 minuti in più o in meno, come recentemente avevano sottolineato i membri tecnici della commissione sanitaria provinciale, possono fare la differenza tra il dramma e la salvezza”.
(Marco Caiumi – Antonio Platis, Consiglieri Provinciali Uniamoci)