È morto a 77 anni Marino Perani, ala del Bologna dello scudetto del ’64. Ne dà notizia il club, ricordando che da tempo era ricoverato in una clinica cittadina.
“Addio Campione. Il Bologna piange uno dei suoi figli più amati, di ogni tempo, e partecipa commosso al dolore della famiglia e di tutti i tifosi rossoblù”, il messaggio sul sito della società.
Cresciuto nell’Atalanta, passò al Bologna a 19 anni, nel 1958. Dopo una parentesi al Padova, tornò nei rossoblù, dove giocò dal ’60 al ’74 formando con Ezio Pascutti una coppia di esterni rimasta celebre. Quattro le presenze in Nazionale. Al termine della carriera da calciatore fece anche l’allenatore dalla fine degli anni Settanta al ’98.
“Eroe di quel Bologna che giocava come “solo in Paradiso”, ha messo insieme ben 415 partite con la nostra maglia: è il quinto di tutti i tempi per presenze ufficiali, dietro a Bulgarelli, Roversi, Nervo e Reguzzoni – si legge ancora sul sito della società -. Poi, dopo aver svezzato come allenatore delle giovanili un promettente Roberto Mancini, all’inizio del ’79 Luciano Contigli affidò la panchina della squadra, che con Pesaola non ingranava più, ricevendone in cambio dal Perani tecnico emergente e studioso un Bologna rivoluzionario, col doppio stopper davanti al libero e due esterni di difesa, antesignano del 5-3-2 col gioco a zona che nei tardi anni ’80 alcune nazionali iniziarono poi a far conoscere al mondo. Da Mister durò poco, ma il nuovo Presidente Fabbretti gli riaffidò poi il comando nell’estate successiva. Condusse i rossoblù a un settimo posto finale, poi proseguì la carriera da tecnico fra l’altro anche a Parma, dove anni dopo ingaggiò un bel duello proprio con noi per riemergere dal pantano della C, e tornammo su entrambi”.
“La sua maglia numero 7 è una delle icone del Bologna che oggi, con l’addio a Marino Perani, perde un altro eroe dell’ultimo scudetto – così il Sindaco, Merola – Uomini come Perani hanno dato a questa città qualcosa che va molto più in là del calcio: hanno costruito un sogno che dura ancora oggi. E lo hanno regalato a tutta Bologna. Grazie”.