“In provincia di Modena stanno arrivando 763 nuovi richiedenti asilo, che fino a prova contraria, e sulla base dei dati forniti dal Viminale sull’esito delle procedure per il riconoscimento del diritto di asilo, di fatto clandestini. Che si andranno ad aggiungere ai circa 1700 già presenti. Di questi solo una minima parte, se i dati del Viminale continueranno ad essere confermati, avrà il diritto di ricevere il diritto di asilo e le protezione connesse. Perché la maggior parte di coloro che arrivano sono migranti economici che non fuggono da guerre e che di fatto sono irregolari.
Da tempo noi chiediamo quante delle decine di sedicenti richiedenti asilo che sono transitati o ancora sono presenti sul territorio di Sassuolo perché inseriti nei percorsi di accoglienza, abbiano ottenuto i diritti e lo status richiesto e quanti, di conseguenza, e quanti no. E su questi punti non ci è mai stato la risposto. Perché la responsabilità al quale troppo spesso il PD richiama si fonda sulla chiarezza dei dati e la trasparenza della situazione. Che in provincia così come a Sassuolo, continua ad essere di fatto negata”.
Così il Capogruppo di Forza Italia Claudia Severi che continua: “Il caso degli 8 nuovi richiedenti asilo inviati a Sassuolo che hanno dichiaratamente colto di sorpresa l’assessore ai servizi sociali del Comune, nonostante il fatto che ora il Comune stesso sia direttamente coinvolto nella gestione dell’accoglienza, la dice lunga sulla condizione emergenziale di totale ed irresponsabile improvvisazione in cui ci si muove.
A questo punto ci chiediamo se il Comune abbia avuto notizie della Prefettura rispetto a quanti ne potranno arrivare ancora o se si continuerà ad improvvisare costose soluzioni prima in hotel in attesa di trovare appartamenti e se si continuerà ad ignorare l’identità ed il reale status di chi viene trasportato e mantenuto con milioni di euro pubblici sul nostro territorio.
E’ chiaro che dopo anni siamo ancora di fronte ad un’accoglienza indiscriminata, senza filtri e senza prospettive, capace di mettere in crisi lo stato sociale, di generare insicurezza anche tra i richiedenti asilo e di alimentare lo scontro sociale. Perché in una città pur ancora ricca come Sassuolo, ci sono centinaia di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese e che fanno altrettanta fatica ad accettare non tanto la presenza dei migranti ma le conseguenze di un sistema che fagocita milioni di euro al mese per mantenere soggetti, la maggior parte irregolari, a bighellonare sul territorio o, peggio, ad essere spinti nelle mani della criminalità.
Posto che la politica che sosteniamo e che vorremmo, sarebbe quella che blocca le navi ancora prima di partire, e non certo ai porti, chiediamo a fronte dei costanti nuovi arrivi di garantire trasparenza sui numeri, e sull’organizzazione dell’accoglienza che viene garantita sul territorio comunale. Perché ordine, trasparenza e controllo, significano anche sicurezza e prevenzione. Perché un’accoglienza degna di chiamarsi tale deve vedere gli immigrati non solo numeri utili al business delle cooperative vicine al PD, attraverso le quali incamerare 34 euro al giorno, ma persone da integrare, facendole anche lavorare, al servizio della comunità ospitante. Tutte cose che nell’ambito di un’emergenza gestita dai governi PD non è stata garantita, o è stata garantita solo in minima parte, peggiorando la situazione e creando una situazione che rischia di esplodere.
Tanto più nel momento in cui il il Comune è direttamente coinvolto nei progetti e nei piani di accoglienza sui quali chiediamo che venga non solo sul numero di coloro che ne usufruiscono, ma anche di coloro che da questi ne sono usciti e sull’esito delle richieste. Perché se tutto fosse così chiaro, perché non ci è mai stato risposto su quanti dei richiedenti asilo accolti sul territorio di Sassuolo abbiano ottenuto tale riconoscimento e quanti no? Quanti dei migranti ospiti sono risultati irregolari? Perché i 75 attualmente presenti rappresentano solo un saldo che poco dice sulla situazione reale. Una situazione che i cittadini hanno il diritto di conoscere”.