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Ctss, incontro sul punto nascite dell’ospedale di Pavullo

La riorganizzazione dell’assistenza alla nascita nell’ospedale di Pavullo prevede il potenziamento dei servizi e delle prestazioni del reparto di Ostetricia e ginecologia; inoltre, sulla proposta contenuta nel piano di chiusura del punto nascite, i sindaci del Frignano chiedono uniformità nelle scelte a livello regionale e certezze sui finanziamenti previsti per l’ospedale.

E’ in sintesi quanto emerso, lunedì 3 luglio, nel corso dell’incontro dell’ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria che si è svolto nella sede della Provincia.

Nel corso dell’incontro è stato illustrato il Piano di riorganizzazione degli ospedali modenesi nella parte che riguarda il potenziamento dei servizi di Ostetricia a Pavullo e gli investimenti strutturali e sui servizi previsti.

Hanno partecipato i sindaci di Pavullo, Serramazzoni, Polinago, Pievepelago, Fiumalbo, Sestola e Montecreto, rappresentanti dei Comuni del Frignano, le autorità sanitarie modenesi e i professionisti che gestiscono il servizio nell’ospedale di Pavullo.

In un’ottica di personalizzazione e accompagnamento delle neomamme, la riorganizzazione dei servizi di ostetricia a Pavullo prevede la presa in carico dall’inizio della gravidanza e controlli periodici nella struttura dell’ospedale di Pavullo che sarà potenziata; saranno disponibili, inoltre, un’ostetrica, visite domiciliari e in vista del parto, l’accoglienza gratuita dei familiari in appartamenti vicini al punto nascita dell’ospedale prescelto.

«Questo progetto migliora le prestazioni – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Conferenza – assicurando un percorso assistito che garantisce tutta la sicurezza necessaria, a differenza di quanto avviene ora. Come indica il decreto ministeriale e come sostengono i professionisti, un punto sotto i 500 parti all’anno non è sicuro e sulla sicurezza non si scherza. Come richiesto dai sindaci faremo un incontro con la Regione sui tempi degli investimenti e sull’uniformità dell’applicazione dei criteri sui punti nascita a livello regionale».

Diversi sindaci, infatti, oltre a raccomandare una uniformità sulle scelte in regione («se ci saranno deroghe per altri punti nascita allora dovrà essere prevista anche per Pavullo» ha affermato Giandomenico Tomei, sindaco di Polinago), hanno chiesto garanzie sull’erogazione di tutto il pacchetto di investimenti (vedi comunicato n. 271) e un’assemblea pubblica a Pavullo con tecnici e amministratori per spiegare ai cittadini le ragioni della riorganizzazione.

Nel corso dell’incontro Paolo Accorsi, direttore di Ostetricia  e ginecologia dell’Ausl di Modena, ha motivato la chiusura del punto nascita sottolineando che «gli specialisti sono concordi nel ritenere pericolosi i punti nascita sotto i 500 parti all’anno e Pavullo ne gestisce 142, su complessivi 288 parti di donne residenti nel distretto montano», concetti ripresi anche da Claudio Zanacca, direttore di Pediatria degli ospedali di Sassuolo e Pavullo, e da Maria Cristina Galassi, direttore di Ostetricia degli stessi ospedali, nel ricordare che «una casistica limitata porta a una perdita di esperienza e le donne si sono fatte da sole un protocollo sicurezza come dimostrano i bassi numeri di Pavullo».

Inoltre – hanno ribadito i tecnici – l’aumento delle età delle neomamme e altri fattori sociali aumentano le fragilità imponendo un’assistenza sempre più qualificata che solo le grandi strutture posso garantire.

 

Il piano per potenziare l’ospedale, 5,7 mln di investimenti su servizi e strutture

Nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera del territorio provinciale, scaturita dal processo di fusione dei due ospedali di Modena, sono previsti investimenti sull’ospedale di Pavullo pari a cinque milioni e 700 mila euro.

Il piano prevede, l’ampliamento e riqualificazione del pronto soccorso, dei parcheggi e delle sale operatorie, del 118, dell’elisoccorso, delle chirurgie generali, ortopedica e l’estensione della Tac, migliorando così l’offerta per tutto l’alto Frignano; in programma anche l’attivazione di un’auto medica h24.

Le risorse serviranno anche a potenziare il percorso nascita territoriale in vista della cessazione dell’attività di parto e a investire sul personale: arriveranno in più un medico radiologo, un anestesista, un ortopedico, 10 infermieri e un operatore sociosanitario.

 

















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