“La sede unica del Servizio di continuità assistenziale rientra nell’ampia riorganizzazione delle sedi sanitarie che l’Azienda Usl sta realizzando per qualificare i servizi e renderli più vicino ai cittadini. Contiamo che nella nuova sede il Servizio, tecnologicamente più avanzato, sia ancor meglio rispondente alle esigenze dei cittadini abbreviando i tempi di risposta. In seguito a dichiarazioni diffuse a mezzo stampa, ritenute dall’Azienda Usl “profondamente lesive e screditanti l’immagine della Pubblica amministrazione”, ad alcuni medici è stata inviata una nota di contestazione di addebito, ma non è stato a oggi comminato alcun provvedimento disciplinare”.
Lo ha affermato l’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli rispondendo ieri in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Marco Malferrari, per Art.1-Mdp, che ha chiesto se è vero che “come riportano notizie di stampa, l’Ausl di Modena ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un gruppo di medici di continuità assistenziale ai quali contesta di aver rilasciato, in contrasto con i propri doveri contrattuali, in un’intervista riportata da un quotidiano locale, critiche offensive, diffamatorie e lesive nei confronti dell’Azienda sanitaria”. Il consigliere ha inoltre domandato se si “ritiene opportuno chiedere l’interruzione del procedimento disciplinare e ricercare, tutte le parti insieme e in un clima di collaborazione, una soluzione che garantisca al meglio l’Azienda sanitaria, i diritti dei cittadini e quelli dei medici”.
L’assessora ha ricordato che la sede operativa di Modena è in linea con la normativa vigente, che prevede debba essere l’Ausl a individuare la sede per la sosta e il riposo dei medici della Continuità assistenziale in accordo con il Comitato aziendale per la Medicina generale. L’istituzione della sede risponde all’esigenza di omogeneizzare il modello di erogazione del servizio in tutta la provincia, il distretto di Modena era infatti rimasto l’unico nel quale i professionisti lavoravano da casa e non in una sede dedicata e condivisa. Inoltre, il nuovo assetto garantisce una maggiore qualità del servizio riducendo il rischio di errori nel passaggio delle informazioni tra l’infermiere di triage e il medico, abbreviando drasticamente i tempi di risposta al cittadino e consentendo ai medici il consulto reciproco oltre a migliorare l’organizzazione delle visite come testimoniano i numeri: in tre mesi le visite domiciliari sono infatti aumentate dell’80 per cento. Nella nuova sede i medici della Continuità assistenziale accedono inoltre alla cartella informatizzata unica, un elemento di garanzia e di qualità sia per il cittadino che per il medico, che permette una maggiore integrazione con l’attività dei medici di Medicina generale.
L’assessora ha infine spiegato che l’Amministrazione ha chiesto fin da subito rassicurazioni sul rispetto della normativa, sia in relazione ai requisiti strutturali e di sicurezza della sede che per quanto riguarda la modalità con cui i medici svolgono la propria attività. “Sulla base delle informazioni ricevute, confidiamo – ha detto – che il dialogo ed il confronto, seppur franco e acceso, sia stato lo strumento privilegiato rispetto al provvedimento disciplinare, naturalmente nel rispetto delle regole cui ogni dipendente pubblico (e privato) deve attenersi nei confronti della propria azienda. Non credo però sia compito di questo Consiglio comunale entrare nel merito di eventuali provvedimenti disciplinari di aziende terze, specie prima che l’iter previsto dalla normativa abbia fatto il suo corso. In questo senso particolare rilevanza assume e ha assunto il ruolo delle rappresentanze sindacali e degli organi collegiali in cui queste decisioni vengono valutate come il Comitato aziendale di Medicina generale”.
Aprendo gli interventi per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha espresso preoccupazione e imbarazzo per il fatto denunciato “perché il confronto, che avrebbe dovuto essere oggetto di trattativa sindacale, è invece avvenuto sui giornali e con toni sopra le righe da parte sia dei medici che del direttore generale”. La consigliera si è augurata che la questione non abbia riflessi negativi sulle prestazioni sanitarie e che sia possibile “recuperare un modo diverso di confronto sul merito cercando anche di valorizzare il ruolo dei medici di continuità a vantaggio della qualità dell’assistenza”. E Antonio Carpentieri ha affermato che non è opportuno “prendere posizione rispetto a un procedimento formale ancora in corso, prendiamo una china pericolosa. Esimiamoci da commenti almeno fino alla fine del procedimento e finché non sapremo con certezza cosa è successo e quali provvedimenti siano stati presi”. Nella replica il consigliere Malferrari ha commentato che l’importante è “che siano garantiti i diritti dei cittadini e che il servizio sia in condizioni di svolgere questo compito al meglio. È comprensibile che i cambiamenti generino difficoltà, ma auspichiamo che possano avvenire nell’ambito di una dialettica il più possibile positiva”.