Lo scorso 1 giugno è stato depositato presso il Tribunale di Modena l’esito dell’incidente probatorio svolto dai tecnici dell’Università Federico II di Napoli che hanno svolto i loro rilievi sulla struttura della Scuola Secondaria di Primo Grado “Cesare Frassoni”, costruita in viale della Rinascita con il contributo di tanti donatori e che avrebbe dovuto ospitare già dallo scorso anno scolastico gli studenti delle scuole medie finalesi.
Scuola che non è però mai stata consegnata alla collettività perché al centro di un’indagine giudiziaria per l’utlizzo nella sua edificazione di cemento depotenziato. I risultati delle analisi svolte dati tecnici incaricati dal Tribunale di Modena sul cemento utilizzato nella costruzione della Scuola sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi.
“L’incidente probatorio ha evidenziato – ha detto Palazzi – che per le parti in elevazione non sussistono problemi strutturali di nessun tipo e il calcestruzzo utilizzato è conforme a quanto richiesto dal progetto. Qualche problema è emerso, invece, per la classe di resistenza del calcestruzzo utilizzato per le fondazioni, leggermente inferiore rispetto a quella prevista dal progetto. Alla domanda posta dall’incidente probatorio, però, la risposta è stata che, comunque, il tipo di cemento utilizzato per la costruzione della scuola è compatibile in termini di sicurezza con una struttura antisismica di quel tipo, cioè una scuola”.
Ciò però non significa che l’amministrazione possa prendere in carico e aprire subito la scuola. “E’ comunque un fatto positivo – aggiunge Palazzi – in primo luogo perché l’indagine conferma i dati dei cartotaggi commissionati da noi e dalla Regione ed eseguiti dal Politecnico di Milano nel luglio-agosto dell’anno scorso. In seconda battuta, perché si tratta di una base di partenza importante per la procedura di ‘accertamento tecnico preventivo’, attivata dall’azienda costruttrice per fare una fotografia della struttura statica della scuola in questo momento”.
L’accertamento tecnico preventivo è un procedimento cautelare, volto a stabilire, quasi congelandole, le cause tecniche oggettive che possono aver determinato un vizio. Questa procedura, che si svolge in ambito civile, è in corso e potrebbe durare ancora un paio di mesi.
“Al suo termine – conclude Palazzi – il Tribunale dovrà pronunciarsi, dopo aver fatto proprie le conclusioni dei tecnici incaricati, anche per quantificare il danno patrimoniale che l’amministrazione ha subito. Le conclusioni a cui arriverà il Tribunale si baseranno, inevitabilmente, pure sull’esito dell’incidente probatorio eseguito per l’ambito penale della vicenda. Se il pronunciamento del Tribunale dovesse essere favorevole alla riapertura della scuola si accelererebbero i tempi, anche se l’utilizzo della nuova scuola non potrà certamente avvenire per l’avvio del prossimo anno scolastico. In ogni caso gli studenti e i docenti entreranno nella nuova scuola solo ed esclusivamente quando verrà certificato che l’edificio risponde in tutto e per tutto, in particolare per il livello massimo di resistenza antisismica, a quanto previsto originariamente dal progetto di costruzione”.