C’è un progetto di ricerca per produrre biomateriali e plastiche biodegrabili con le mosche soldato. C’è quello per realizzare materiali e ceramiche fotocatalitiche o autopulenti partendo dal riciclo. Sistemi per case pensanti che rendono la vita quotidiana di chi ci abita più agevole. Ma anche magneti che producono freddo sostituendo gli inquinanti gas refrigeranti.
Sono questi alcuni dei 54 progetti di ricerca che vengono presentati alla 12a edizione di Research To Business (R2B, Bologna Fiere, oggi la conclusione), il salone internazionale dell’innovazione e della ricerca industriale organizzato da Regione Emilia-Romagna, Bologna Fiere e Aster, società regionale per l’innovazione e la ricerca industriale, in collaborazione con Smau.
Questi 54 progetti innovativi sono stati sostenuti con circa 64 milioni di euro di investimenti, quasi 45 milioni dei quali erogati dalla Regione. La fetta maggiore di contributi (14 milioni di euro) è andata ai progetti del settore agroalimentare, 10 milioni di euro sono stati assegnati alle ricerche in tema di meccatronica e motoristica. Con quasi 8,5 milioni di euro di contributi sono stati finanziati i progetti dell’area salute e benessere, mentre poco più di 5 milioni di euro ciascuno hanno ricevuto progetti di edilizia e costruzioni ed energia e ambiente. Il settore industrie culturali ha raccolto poco più di 1,5 milioni di euro, mentre 800 mila euro sono andati ai progetti dell’area innovazione nei servizi.
Inoltre la due giorni R2B, anche quest’anno, ha proposto circa 100 workshop e seminari gratuiti sulle opportunità e sui nuovi bandi per le imprese regionali, convegni sulle ultime novità nell’ambito della ricerca e dell’innovazione. Laboratori, centri di ricerca, startup e istituzioni avranno momenti di incontro one to one (Innovate&Match), per cercare un sostegno economico o partnership ai propri progetti di ricerca o business.
I progetti più interessanti
ValoriBio, è un progetto sviluppato dall’Università di Modena e Reggio Emilia (laboratorio Biogest), dall’Università di Parma (laboratorio Siteia) e Reggio Emilia Innovazione. L’obiettivo è produrre biomateriali da utilizzare in agricoltura e plastiche completamente biodegradabili, partendo da scarti zootecnici e altri rifiuti organici. Per la trasformazione di questi rifiuti sono impiegate le mosche soldato, le cui larve si nutrono di materiali organici in decomposizione. Il valore complessivo del progetto è di 1,2 milioni di euro di cui 867 mila euro messi a disposizione dalla Regione.
Mater SOS (materiali sostenibili) punta a realizzare una mappatura in Emilia-Romagna di tutti i rifiuti edilizi che si possano recuperare nella produzione di nuovi materiali da costruzione. L’obiettivo è produrre, per esempio, piastrelle con smalti senza piombo, con rivestimenti fotocatalitici, autopulenti ed elevata riflettenza solare per attenuare il riscaldamento delle superfici. Dalla Regione un milione di euro di contributo su un valore complessivo del progetto di 1,4 milioni.
Il progetto Habitat del Ciri (Centro interdipartimentale di ricerca industriale – Ict) dell’Università di Bologna punta a integrare gli oggetti di vita quotidiana (radio, poltrone, orologi, etc) con sensori, altoparlanti, collegamenti internet e altre soluzioni tecnologiche per farli interagire tra loro e con altre unità esterne. Il progetto Habitat vuole favorire la permanenza nella propria abitazione, in condizioni di sicurezza, delle persone che abbiano bisogno di assistenza, aiutandole a svolgere le normali attività quotidiane. Se per esempio il sensore posto nella poltrona (o nel letto) si accorge che una persona sta riposando troppo, un avviso vocale solleciterà la persona a fare del movimento o a riposarsi nel caso in cui i sensori posti in casa rilevino un’attività eccessiva. Il valore del progetto è di un milione di euro con un contributo regionale 721 mila euro.
Tra i progetti dell’Università di Bologna c’è Frimag, che punta a produrre il freddo con sistemi magnetici. Questo tipo di refrigerazione utilizza solidi magnetici riciclabili, non inquinanti, al posto dei gas refrigeranti attualmente in uso che sono più pericolosi per l’ambiente. I sistemi magnetici consentono uno scambio dei flussi di calore più rapido e con bassissima dispersione. Con una simile tecnologia i refrigeratori saranno più piccoli, efficienti e rispettosi dell’ambiente. Complessivamente il progetto ha un valore di 1,4 milioni di euro, 996 mila dei quali di contributo della Regione.