Sono dati incoraggianti quelli forniti dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il rapporto 2016 sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna. Cresce del 3% la produzione, ma soprattutto salgono export (+2,4%) e occupazione, che ha fatto registrare un +15% e ora si attesta sui 76.000 addetti tra lavoratori autonomi e dipendenti.
“Sono numeri positivi, – è il commento della presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi – che fanno ben sperare per il futuro del settore, ma che non devono far dimenticare i problemi che gli agricoltori si trovano ad affrontare e che ne limitano la redditività. In primo luogo la burocrazia, che ostacola il lavoro in agricoltura e rappresenta un costo in tempo e denaro per gli imprenditori agricoli. Il Paese è ingessato e per ripartire deve essere liberato da questa impalcatura burocratica. In secondo luogo c’è la difficoltà di assicurarsi. Lo abbiamo detto più volte, – prosegue Bergamaschi – un’azienda moderna non può fare a meno di assicurare le proprie produzione, ma il sistema attuale, il Pai (Piano assicurativo individuale), rappresenta solo un costo e non garantisce il rimborso completo del danno. Dalla frutticoltura ai cereali, tante sono le produzioni che necessitano di assicurazione, ma serve uno strumento diverso: in uno Stato moderno, che vuole percorrere la strada dell’innovazione, è necessario eliminare il Pai”.