Rapporti familiari a dir poco burrascosi quelli tra marito e moglie abitanti a Casalgrande. Scatti d’ira culminati addirittura con gravi minacce che hanno visto l’intervento dei carabinieri della locale stazione che a conclusione degli accertamenti hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un operaio 40enne che, al culmine di un litigio, dopo aver rotto alcuni suppellettili non ha esitato a impugnare un coltello da cucina minacciando la moglie di ucciderla e tagliargli la testa.
Un’assurda vicenda che racconta l’ennesimo episodio di violenza in famiglia avvenuto nel reggiano dove, solo l’anno scorso, i carabinieri reggiani hanno operato 1.800 interventi con una media 5 interventi giornalieri per liti familiari al giorno. Quest’ultimo episodio è nato a seguito di una banale discussione che vedeva la donna contraria al fatto che il marito avesse chiesto al figlio minore di andare in macchia a prendere le sigarette: “è il caso che stia lontano dalle sigarette, potrebbe iniziare a fumare”. Questo il punto di vista della donna, una casalinga 33enne, che ha mandato su tutte le furie il marito che dapprima scaraventava a terra, rompendoli, tutti i suppellettili presenti in cucina. Quindi si armava con un coltello da cucina con il quale minacciava la moglie di ucciderla e tagliarle la testa. Le urla della donna hanno fatto desistere l’uomo che dopo aver gettato a terra il coltello usciva in balcone continuando ad offendere la moglie. Nel frattempo il figlio che aveva assistito a quanto accadeva, ha chiamato i carabinieri di Casalgrande, immediatamente intervenuti nell’abitazione oggetto dell’accesa lite. I carabinieri di Casalgrande, ricostruiti i fatti procedevano a sequestrare il coltello denunciando l’uomo alla Procura reggiana per il reato di minaccia. Il 40enne in caserma, apparso pentito per la condotta tenuta, di rendeva disponibile ad uscire da casa e trovare ospitalità da parenti. La donna, che non riportava lesioni e che riferiva non aver subito pregressi episodi nel passato, veniva messa in contatto con il competente centro antiviolenza per le procedure del caso.