Questa mattina, nella Sala del Tricolore, si è svolta la consegna degli attestati di partecipazione alle donne migranti che hanno seguito i corsi di lingua italiana del progetto “Mamme a scuola”. Sono state sei le sedi attivate per l’anno scolastico 2016/2017, 40 le volontarie e i volontari impegnati nell’insegnamento della lingua italiana e oltre 80 le mamme di origine straniera sui banchi di scuola. Le sedi avviate ad oggi sono state Villa Cella, Cadè, Pieve Modolena, Villa Sesso, Massenzatico e Palestrina in zona Canalina.
Sono questi i numeri dell’ottava edizione di ‘Mamme a scuola’, progetto nato nel 2009, da quest’anno inserito nei programmi di integrazione linguistica promossi dalla Rete diritto di parola, coordinata dal Comune di Reggio Emilia. Il progetto è nato grazie all’ ingaggio di tutti i componenti la Rete diritto di parola, in particolare con la collaborazione dell’associazione Filef e il supporto degli Architetti di quartiere del Comune di Reggio Emilia.
Si tratta di corsi di lingua italiana di base indirizzati alle mamme, realizzati al mattino, quando la maggior parte di loro ha i figli a scuola e quindi può avere più tempo a disposizione anche per l’apprendimento. Per le mamme con i bambini più piccoli e ancora non scolarizzati è previsto anche un servizio di babysitting. Oltre agli obiettivi dell’apprendimento delle basi della lingua italiana, il corso ha anche finalità aggregative. Spesso infatti nascono amicizie tra le mamme, ma anche con le volontarie, e non è raro che accanto alle attività di insegnamento vengano fatte piccole gare di cucina (laddove è possibile) o condivisione di merende etniche portate da casa, oppure altri momenti di scambio interculturale fondamentali per stabilire relazioni importanti con le docenti volontarie, e per realizzare un modello di integrazione fondato anche sulla conoscenza e il rapporto tra persone.
Oltre a imparare la lingua italiana, le ‘mamme-allieve’ hanno potuto conoscere la città e capire il funzionamento dei servizi che offre. Sono stati proposti incontri di informazione e prevenzione, anche fuori aula, tenuti da professionisti dell’ambito sanitario, pediatrico, nutrizionistico, sulla sicurezza e sul comportamento in caso di terremoti, incendi o altre situazioni di pericolo.
Il gruppo di volontari è composto per la maggior parte donne, di età diverse, che per diversi mesi hanno prestato il loro tempo, dalle 2 alle 4 ore settimanali, in un’attività di insegnamento e anche di aiuto alle mamme nella gestione dei bambini piccoli che non frequentano strutture scolastiche.