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Nidil/Cgil Modena: badanti somministrate e sfruttate da false agenzie di lavoro

Il sindacato Nidil/Cgil di Modena segnala nuovamente un caso di una false agenzie di somministrazione di assistenti familiari, le cosiddette badanti. Dopo tante denunce in passato, il sindacato è oggi di fronte a un nuovo tentativo di sfruttamento delle lavoratrici e al tempo stesso di raggiro per le famiglie che le utilizzano nell’assistenza agli anziani, convinte di avere alle dipendenze personale in regola.

L’ultimo caso registrato – spiega Nidil/Cgil – è quello di una sedicente agenzia di somministrazione di Modena che è registrata come agenzia per il lavoro in Polonia, ma non altrettanto in Italia, non avendo alcuna autorizzazione ministeriale e risultando inattiva nel registro della Camera di Commercio di Modena.

Il sindacato sarebbe a conoscenza di almeno due casi di badanti somministrate a famiglie da questa agenzia attraverso una società di servizio. Né l’una né l’altra avrebbero però autorizzazione a somministrare personale.

Secondo Nidil/Cgil risulterebbero “forti irregolarità nelle buste paga delle lavoratrici che percepiscono un compenso netto fisso mensile di 800 euro, comprensivo di vitto, ma senza maturazione di istituti retributivi, contributivi, previdenziali e assicurativi.
Il contratto stipulato in Italia, non è regolarmente registrato al Centro per l’Impiego”.
Le famiglie sono ignare di questi trattamenti alle badanti, e a loro volta hanno un rapporto commerciale con l’agenzia a cui pagano il doppio di quanto percepito dalla lavoratrice.
Inoltre, nel sottoscrivere il contratto di fornitura con l’agenzia di somministrazione, afferma il sindacato “le famiglie si obbligano per almeno 3 anni dalla cessazione del rapporto con la badante, a non assumerla direttamente e in caso contrario incorrono in penali economiche di 250 euro al mese e sino ad un massimo di 9.000 euro”.

“Le lavoratrici somministrate irregolarmente da questa agenzia sono per lo più di origine rumena – spiegano i sindacalisti di Nidil/Cgil – sono soggette a forti ricatti poiché non hanno altre sistemazioni che la stessa famiglia presso cui lavorano e diventa quindi difficile per loro abbandonare il lavoro”.
Quando una di loro si è rivolta al sindacato perché si rendeva conto delle irregolarità avendo avuto precedenti assunzioni regolari, sarebbe stata costretta a lasciare il posto di lavoro.

“Nidil/Cgil ha già fatto due segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro per illecita somministrazione di manodopera, ma è al corrente che almeno altre 70 lavoratrici si troverebbero in queste condizioni sul territorio provinciale. Il sindacato è dunque impegnato a dare massima tutela alle lavoratrici coinvolte, e fa appello alle famiglie affinché si accertino della regolarità contrattuale chiedendo riscontro anche alle loro lavoratrici. E’ inoltre possibile per le famiglie – conclude il sindacato – rescindere il contratto in caso di illecita somministrazione di manodopera”.

















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