Nelle ultime settimane Arpae sta ricevendo segnalazioni telefoniche da parte di cittadini che lamentano la presenza di un odore fastidioso, a volte nauseante, nel quartiere Modena Est, in un’area compresa tra via Maestri del Lavoro, via Emilia Est (loc. Fossalta), tangenziale Pasternak.
Dalle prime segnalazioni pervenute, Arpae è intervenuta effettuando diversi sopralluoghi in zona e in particolare presso un’azienda metalmeccanica che, in base alla tipologia di ciclo produttivo e ad analoghi riscontri avvenuti in anni passati, può ragionevolmente essere ritenuta la causa principale del problema. Nel corso di questi sopralluoghi, l’ultimo dei quali effettuato giovedì 18 maggio, sono stati esaminati il ciclo produttivo nonché i prodotti e le materie prime utilizzati e sono state effettuate specifiche attività di campionamento e analisi sulle emissioni in atmosfera dell’azienda, con lo scopo di individuare e circoscrivere la sorgente di odore; l’analisi di questi campioni è tuttora in corso.
In merito alle attività svolte, sono stati informati verbalmente il Comune di Modena e le Autorità Sanitarie per le valutazioni sugli aspetti inerenti alla salute pubblica e di salubrità dei luoghi di lavoro. L’azienda, che già in passato era stata oggetto di problematiche analoghe risolte con interventi di carattere gestionale, si è già attivata per individuare le cause del ripresentarsi del fenomeno, manifestatosi nuovamente dopo alcuni anni di tranquillità, valutando le possibili soluzioni. Si evidenza, in ogni caso, che allo stato attuale non sono emerse difformità rispetto a quanto fissato dalla normativa e previsto nelle autorizzazioni ambientali della ditta.
E’ comunque indispensabile ricordare che l’attuale normativa italiana risulta assolutamente carente in relazione alle problematiche di odori poiché non esistono soglie o parametri oggettivi di valutazione; tale fatto rende estremamente complicata l’attività di controllo dei diversi enti preposti alla vigilanza. A differenza di quanto fissato per altri comparti ambientali quali rifiuti, suolo, acque (e anche per la stesso inquinamento atmosferico e qualità dell’aria), le attuali norme non prevedono infatti valori di riferimento o limiti specifici in termini di entità degli odori, né tanto meno soglie in base alle quali poter definire significativa o meno un’emissione odorigena. Poiché spesso le problematiche di odore non sono associate ad elevate concentrazioni di sostanze aerodisperse, quanto piuttosto alla complessità delle miscele che generano l’aria odorosa (generalmente tali arie sono caratterizzate da una molteplicità di sostanze a bassa concentrazione, ben percepite nell’insieme dall’olfatto umano, ma spesso non rilevabili singolarmente con gli strumenti analitici), il solo rispetto dei limiti emissivi imposti in autorizzazione non permette di escludere la formazione di fenomeni di maleodorazione che, in particolari condizioni meteorologiche, possono essere percepite in maniera persistente nelle aree limitrofe e in quelle sottovento ai punti di emissione. Le risultanze delle attività svolte e di quelle tuttora in corso saranno oggetto di specifica relazione tecnica che sarà a inviata alle autorità competenti e a quelle sanitarie.