Battute finali per il Reddito di solidarietà. Via libera, oggi in Assemblea legislativa, al parere di congruità tra il regolamento attuativo della legge e lo Statuto regionale: un passo necessario per rendere operativa la misura di contrasto alla povertà assoluta e di sostegno al reddito.
Un aiuto che la Regione ha voluto introdurre, subordinandolo al possesso di due requisiti: il reddito Isee inferiore ai 3.000 euro e la residenza in regione da almeno 24 mesi. Contemporaneamente, però, il capofamiglia dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e inserimento lavorativo. Un percorso obbligatorio, da seguire per ottenere, e soprattutto mantenere, il contributo economico – erogato tramite carta prepagata – fissato da un minimo di 80 euro per i nuclei composti da una sola persona, a un massimo di 400 euro al mese per quelli composti da 5 o più membri.
“Quello di oggi è un passaggio importante nella storia della nostra regione- sottolinea il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini-. Siamo impegnati sul fronte della crescita ma nessuno deve essere lasciato indietro. E il reddito di solidarietà va in questa direzione, perché rappresenta uno strumento concreto per combattere la povertà e l’esclusione sociale, recuperando alla piena cittadinanza fasce di popolazione che altrimenti rischierebbero di vivere ai margini della società. È il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, che si fonda sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi”.
“Quando anche la Giunta avrà approvato il regolamento attuativo e avremo concluso la realizzazione del sistema informativo regionale per la gestione e la rendicontazione della misura, potremo rendere operativo, a tutti gli effetti, il reddito di solidarietà nella nostra regione- dichiara la vicepresidente e assessore al welfare, Elisabetta Gualmini-. Desidero ancora una volta sottolineare che quella del Res non è una semplice misura assistenzialistica, che prevede solo la concessione di un contributo in denaro, ma richiede anche l’accettazione e il coinvolgimento della famiglia in un progetto personalizzato e finalizzato a superare la condizione di povertà per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia”.
Impegni da sottoscrivere
Nello specifico, l’impegno che i beneficiari dovranno sottoscrivere con i Servizi sociali territoriali e, nel caso dell’avvio lavorativo, con i Centri per l’impiego, è quello di svolgere determinate attività, quali: mantenere i contatti con i servizi sociali; dedicarsi in modo assiduo alla ricerca del lavoro e accettare eventuali offerte; partecipare a corsi di formazione o riqualificazione professionale; mandare i figli a scuola, tutelare la propria salute e quella degli altri componenti della famiglia (azioni di prevenzione e cura).
Gli impegni che i destinatari dovranno assumere saranno esplicitati nei singoli progetti,che le equipe multidisciplinari dei Servizi sociali elaboreranno sulla base dei bisogni e delle potenzialità di ciascuna famiglia.
Regole per l’accesso, controlli e incompatibilità
Il regolamento stabilisce le modalità per accedere al Res: la domanda deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo familiare presso gli sportelli sociali del Comune di residenza, tramite apposito modello corredato da tutte le dichiarazioni individuate nel Regolamento attuativo.
Al momento della domanda, i richiedenti dichiarano i propri dati attraverso documenti ufficiali (ad esempio la dichiarazione Isee) o con l’autocertificazione. Per quanto riguarda i controlli, tutti i dati vengono verificati attraverso le banche dati in possesso dell’Inps o attraverso i dati dei Comuni. La Regione intende attivare un protocollo di collaborazione con la Guardia di Finanza per individuare e punire eventuali false dichiarazioni da parte dei richiedenti il beneficio.
Altre regole riguardano le condizioni di incompatibilità da parte del nucleo familiare per l’accesso alla misura:godimento dellanuova prestazione di Assicurazione sociale per l’Impiego (NASpI), l’Assegno di disoccupazione (Asdi), o altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. È inoltre incompatibile la fruizione del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) da parte del nucleo familiare beneficiario. Nel caso in cui alcuni componenti il nucleo familiare usufruiscano di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, assistenziale e indennitaria, per poter accedere al Res il valore massimo di tali trattamenti non potrà superare i 600 euro mensili.
Il reddito di solidarietà dura al massimo un anno; per poterne farne nuovamente richiesta, dovranno passare almeno 6 mesi.
Si incorre nella decadenza dal beneficio in caso di mancata sottoscrizione del patto o degli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo; oppure in presenza di comportamenti incompatibili con il progetto da parte dei componenti il nucleo familiare (ad esempio non partecipare a corsi di riqualificazione proposti, non garantire la frequenza scolastica dei minori). A tale proposito, il regolamento specifica che saranno i Servizi sociali territoriali, in collaborazione con i Centri per l’impiego, a monitorare il rispetto degli impegni presi dai beneficiari, proponendo se necessaria, la decadenza dal beneficio.
Spetterà ora alla Giunta regionale approvare il Regolamento ed emanare ulteriori provvedimenti attuativi, come i modelli per la presentazione della domanda e per i progetti di attivazione sociale e inserimento lavorativo, oltre alle indicazioni operative di gestione e rendicontazione della misura elaborate dal sistema informativo, ora in via di realizzazione.