Un bando triennale su base metropolitana, con capofila il Comune di Bologna e gestito da ASP Città di Bologna, per la creazione di uno SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) metropolitano.
La giunta guidata da Virginio Merola ha licenziato la delibera che contiene gli indirizzi per questo nuovo strumento che consentirà, nel corso della sua adozione, di superare progressivamente il sistema d’emergenza dei Cas (Centri d’accoglienza straordinaria) di competenza della Prefettura in favore dello Sprar.
Questo primo bando metropolitano conterrà su base triennale una previsione di 3000 posti. Nel primo anno i posti saranno 1347, ai quali aggiungere altri 350 per i minori. Si tratta di posti che perlopiù sono già attivati ma col sistema dei Cas; la loro trasformazione all’interno del sistema Sprar consentirà ai Comuni un maggiore protagonismo nel sistema d’accoglienza e strumenti maggiori per un’effettiva integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo attutendo e governando l’impatto sui territori.
Il Comune di Bologna sarà l’ente locale, con funzioni di coordinamento e monitoraggio, che presenterà le domande di finanziamento al Ministero dell’Interno a valere sul Fondo nazionale per le politiche e i servizi d’asilo. ASP Città di Bologna sarà il soggetto delegato per la realizzazione di alcune funzioni dei progetti Sprar: predisporrà gli atti per individuare, con procedure a evidenza pubblica, gli enti attuatori, stipulerà gli accordi, le convenzioni e i contratti con gli enti attuatori, svolgerà le funzioni di informazione, ascolto, orientamento e servizio di presa in carico sociale di persone e nuclei in particolare fragilità sociale, coordinerà complessivamente la gestione degli interventi degli enti attuatori, realizzerà l’istruttoria amministrativa e economico finanziaria per consentire al Comune di Bologna di rendicontare i progetti Sprar al Ministero dell’Interno.
In particolare il Comune di Bologna, attraverso questa delibera, fornisce a ASP Città di Bologna gli indirizzi per individuare gli enti attuatori. Dovranno essere valorizzate le esperienze di chi ha già svolto questi progetti nel triennio precedente (questo nella logica di un sistema organico, connesso e strutturato). Va favorita al massimo l’accoglienza in famiglia a partire dai progetti in corso che riguardano i neo maggiorenni ma con la possibilità allargare a altri, vanno utilizzate al massimo le possibilità fornite dalle leggi nazionali e regionali per consentire un’adeguata formazione per l’inserimento lavorativo a partire dall’apprendimento della lingua italiana.
Questo bando nasce in attuazione dell’accordo sottoscritto da Anci e Ministero dell’Interno per l’accoglienza da parte dei Comuni dei richiedenti asilo e rifugiati su base volontaria e che contiene la clausola di salvaguardia, ovvero la garanzia per cui i Comuni aderenti allo Sprar sono salvaguardati da ulteriori invii.
“Con questa scelta intendiamo affrontare in modo strutturale un problema che non può limitarsi all’adozione di soli strumenti emergenziali – dichiara l’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo – e lo facciamo attraverso una responsabilità condivisa dove ogni territorio accoglierà secondo le sue capacità garantendo una maggiore equità territoriale e percorsi di inclusione con maggiori possibilità di successo”.