C’è anche un dipinto “modenese” tra le opere esposte alla mostra “Guercino tra sacro e profano”, fino al 4 giugno nella Cappella ducale del Palazzo Farnese di Piacenza. Si tratta della “Vergine Assunta”, realizzata da Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591-1666), l’unica opera del pittore custodita ai Musei civici di Modena a Palazzo dei Musei, che è stata prestata alla mostra piacentina che celebra il genio dell’artista emiliano e l’anniversario della realizzazione degli affreschi nella Cattedrale di Piacenza, avvenuta tra il 1626 e il 1627.
L’esposizione focalizza l’attenzione su alcuni capolavori in grado di restituire la lunga parabola artistica che ha portato Guercino a essere uno dei più amati a livello internazionale tra gli artisti del Seicento italiano. I dipinti scelti, tra cui l’ “Assunta” dei Musei modenesi, documentano la “poetica degli affetti” con cui ha realizzato sia i temi sacri sia quelli profani, lungo l’arco della sua operosa attività artistica.
La prestigiosa tela custodita a Modena fa parte del lascito Sernicoli ai Musei civici e si situa nell’attività tarda del pittore centese. L’immagine, nella sua essenzialità, mira a un’astrazione “senza tempo” con risultati di grande qualità. Siamo lontani dagli anni in cui, come notava con rammarico lo stesso pittore in una famosa lettera, “bolliva il pignattone” e, anche grazie al proficuo confronto con i pittori suoi coetanei, egli sapeva pervenire a risultati sempre commossi e umanamente partecipi. La necessità di misurarsi con l’ingombrante peso della tradizione reniana (Guido Reni) lo porta, a un classicismo estenuato ed esangue, ma di grande fascino. In questo quadro natura e ideale sembrano convivere in un miracoloso accordo dove emerge l’espressione estatica della Vergine e quella affettuosa dei putti.
Prima dell’acquisto da parte del commercialista modenese Carlo Sernicoli, collezionista e cultore d’arte, il dipinto (olio su tela) apparve in vendita a Milano nel 1987 e fu identificato da sir Denis Mahon tra i dipinti che Guercino eseguì per il marchese Soncini di Milano, per cui si registrano pagamenti nel “Libro dei Conti” nella data del 1657, anno nel quale si data la realizzazione della “Vergine Assunta”.