Febbraio 2017 per gli esperti dell’Osservatorio Geofisico del DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con 7.6°C di media a Modena città è risultato il settimo più temperato degli ultimi 187 anni, da quando sono iniziati i rilevamenti meteo in città. Più basse le medie in periferia sia a Modena (6.7°C) che a Reggio Emilia (6.4°C).
La principale anomalia dell’inverno meteorologico modenese, chiusosi il 28 febbraio, riguarda però l’assenza di precipitazioni nevose. Ben diversa la situazione nella nuova stazione di rilevamento dell’Osservatorio modenese installata nella Costa Rica. Riguardo alle previsioni ci si avvia verso un fine settimana caratterizzato dalla variabilità con possibili precipitazioni più probabili nella giornata di domenica 5 marzo.
“Dopo un gennaio più freddo del solito, almeno in relazione agli ultimi anni, a febbraio – è il commento di Luca Lombroso, esperto dell’Osservatorio Geofisico del DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore – ecco di nuovo presentarsi <la nuova normalità> di un clima ormai innegabilmente più caldo del passato”.
Il mese di febbraio infatti – secondo le rilevazioni raccolte ininterrottamente da 187 anni presso la stazione storica dell’Osservatori Geofisico universitario modenese – si è chiuso in città a Modena con una temperatura media di 7.6°C. L’anomalia climatica rispetto al periodo 1981-2010 è di +2.6°C ed il mese è risultato il settimo più caldo febbraio dall’inizio dei rilevamenti condotti nella città della Ghirlandina.
Con febbraio si archivia anche l’<inverno meteorologico>, che con 5.3°C di temperatura media stagionale – sempre presso la prestigiosa stazione posta sul torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena – risulta statisticamente il tredicesimo inverno più caldo dal 1830, con una anomalia di +1.1°C rispetto alla climatologia dell’ultimo trentennio di riferimento (1981-2010).
Nelle altre stazioni della rete dell’Osservatorio Geofisico di Unimore in febbraio è stata riscontrata una temperatura media di 6.7°C al Campus DIEF di Modena e di 6.4°C al Campus universitario S. Lazzaro di Reggio Emilia. Circa la temperatura media stagionale dell’intero periodo invernale il dato è di 4.1°C al Campus DIEF di Modena e di 3.6°C al Campus universitario di Reggio Emilia.
Riguardo alle precipitazioni, febbraio ha, fortunatamente, visto un ritorno, ad inizio mese, delle piogge così da consentire di limitare i danni di un inverno comunque avaro di precipitazioni. Presso l’Osservatorio di Piazza Roma a Modena l’imbuto collettore del pluviometro ha raccolto 58.1 mm, ben oltre i 31.2 mm mensili attesi rispetto media del periodo 1981-2010. “Benché maggiore della media, il dato – fa notare il meteorologo Luca Lombroso – non è particolarmente anomalo, come invece avvenne lo scorso anno, quando il febbraio 2016 risultò con 178.4 mm il più piovoso della nostra serie storica”. Al Campus DIEF di Modena, nella periferia cittadina, la pioggia di febbraio è stata pari a 64.5 mm, mentre al S. Lazzaro di Reggio Emilia a 81.1 mm.
L’inverno nel complesso è risultato – per contro – avaro di pioggia: 79.3 mm raccolti nella stazione storica dell’Osservatorio a Modena, alquanto inferiori ai 114.1 mm della media stagionale invernale. Statisticamente sono 33 gli inverni più siccitosi dell’attuale appena archiviato. A Modena Campus DIEF le precipitazioni misurate sono state pari a 91.8 mm, e a Reggio Emilia al Campus universitario S. Lazzaro 102.3 mm.
La vera anomalia del recente inverno e dell’intera “stagione fredda”, ovvero i mesi da novembre ad aprile, salvo sorprese tardive, è che in città a Modena non si sono registrate nevicate misurabili. L’ultimo inverno senza neve misurabile fu il 2006/07, e più indietro ancora nel 1994/95.
Un cenno, infine, alla nuova stazione nella Costa Rica, presso la “stazione bioclimatica e meteorologica Italia Costa Rica”, realizzata in collaborazione con l’Associazione Foreste Per Sempre, nella riserva Karen, che dal 18 febbraio invia regolarmente i suoi dati alla rete dell’Osservatorio Geofisico del DIEF di Unimore. “A quelle latitudini tropicali – precisa Luca Lombroso – ora è piena estate e stagione secca”. Il 28 febbraio infatti, giorno più caldo fra quelli disponibili, la temperatura ha raggiunto 34.9°C, ma le notti sono tutto sommato sopportabili, grazie alla presenza della foresta, che il giorno 27 ha consentito di far scendere il termometro a 17.1°C. Nonostante sia stagione secca, una breve pioggia, di 7 mm, si è osservata il giorno 18. “Il dato più rilevante – continua Luca Lombroso – è il forte soleggiamento, con elevati valori di radiazione solare globale, che registra picchi di circa 1100 W/m2, e soprattutto di “Indice UV”, che col valore 10 attorno a mezzogiorno corrisponde a Intensità dei raggi solari molto elevata”.
Previsioni. L’inverno sembra definitivamente archiviato. Le ultime giornate sono state caratterizzate da temperature massime di 3-4°C al di sopra dei valori stagionali. Le mappe meteorologiche previsionali indicano l’arrivo di un periodo “variabile perturbato” per il fine settimana, con alternanza di giornate soleggiate e limpide, fasi ventose, e a tratti occasione per piovaschi o rovesci. In particolare venerdì 3 marzo sarà una giornata più grigia, con nubi a tratti dense e anche, al mattino, con nebbie nelle pianure e valli. Variabilità sabato 4 marzo, con fasi di vento e qualche pioggia occasionale. Più coperto domenica 5 marzo quando nel pomeriggio o sera potrebbe arrivare l’acquazzone. Il tempo previsto pare confermare a pieno il proverbio “marzo pazzerello esci col sole e prendi l’ombrello”.