Le imprese agricole professionali non vivono di voucher ma di manodopera qualificata e specializzata e, nei periodi di grandi campagne, hanno bisogno di flessibilità e di semplificazione. Rispetto a queste priorità, l’attuale dibattito sui voucher continua a non sembrarci strategico. Così il presidente della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino dopo la pronuncia della Consulta sull’ammissibilità del referendum abrogativo.
Tra l’altro, la discussione di questi ultimi giorni rischia di assumere toni surreali. Non si comprende come, alla vigilia di un referendum così fortemente voluto, sia ipotizzabile tornare a parlare di ennesime e ulteriori modifiche dello strumento dei voucher -spiega Scanavino- visto che in agricoltura quei pochi che ancora lo utilizzano, possono farlo solo con riferimento a giovani studenti e pensionati per lavori occasionali.
La Cia ritiene inutile, a questo punto, l’ennesimo esercizio di intervento legislativo che andrebbe soltanto a introdurre nuove limitazioni o adempimenti. Il referendum faccia il suo corso ma -conclude Scanavino- si rimettano al centro del tavolo politico le azioni strategiche per lo sviluppo dell’impresa e di chi vi lavora.