Un convegno sulle innovative modalità adottate da Rete Ferroviaria Italiana per il rinnovo di dieci ponti ferroviari sulla linea Bologna – Rimini, nell’ambito dell’intervento di velocizzazione della Direttrice Adriatica Bologna – Lecce.
Ad ospitare questa mattina il confronto fra la società del Gruppo FS Italiane, il mondo delle istituzioni accademiche e le imprese è stata la Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna, organizzatrice dell’evento insieme al Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) rappresentato dal Presidente della sezione di Bologna, Massimo Del Prete.
Presenti rappresentanti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna e del Dipartimento Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale.
Ad introdurre il tema è stato il direttore Produzione Bologna di RFI Eugenio Fedeli, che ha ricordato come l’attività dei cantieri rientri nel più ampio scenario di potenziamento dei corridoi intermodali europei della rete Ten-T e, in particolare, del corridoio Scandinavia – Mediterraneo cui la Direttrice Adriatica in parte appartiene.
Al suo intervento sono seguiti quelli della Direzione Lavori e dello Staff di Ingegneria, che hanno approfondito gli aspetti tecnici progettuali e organizzativi per consentire di elevare a 200 km/h la velocità dei treni su quella linea.
In particolare, fra Bologna e Rimini sono dieci i ponti ferroviari per i quali RFI ha programmato di sostituire gli impalcati, ovvero le strutture su cui poggiano i binari.
Un lavoro particolarmente delicato che ha interessato quest’anno sei ponti, mentre sui rimanenti quattro si lavorerà nel 2017. Il recente intervento, realizzato a settembre, ha visto impegnati per 48 ore consecutive circa 250 tecnici – fra personale di RFI e delle ditte appaltatrici – che hanno operato simultaneamente in quattro diversi cantieri completando i lavori in anticipo sui tempi previsti.
Il convegno di oggi rappresenta un’importante occasione di confronto fra RFI e le istituzioni accademiche e professionali del territorio, nell’ottica di un’innovazione sistemica che passa anche attraverso lo scambio del know how e lo stimolo costante all’innovazione.