Aggiornare la conoscenza dello stato di salute della pianura emiliano-romagnola, perché è anche sulla base di informazioni di questo tipo che si garantisce la difesa e il controllo del territorio. Parte da questa esigenza l’avvio di un nuovo rilievo della subsidenza nel territorio regionale, fenomeno di abbassamento del suolo che può avere cause sia naturali sia legate alle azioni dell’uomo, che sarà curato da Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia, per conto della Regione Emilia-Romagna. La prima fase del lavoro si concluderà entro aprile 2017.
La nuova indagine, condotta con tecnologie avanzate che comprendono l’utilizzo di satelliti geostazionari, prevede l’analisi e l’elaborazione dei dati forniti dagli oltre 2300 capisaldi, ossia i punti di misurazione delle quote del territorio, e dai circa 60 punti GPS che costituiscono la rete regionale di monitoraggio di alta precisione. La raccolta dei dati sarà poi seguita dalla loro elaborazione.
“I dati sulla subsidenza a nostra disposizione, raccolti nel corso del rilievo 2011-12, ci dicono che il fenomeno in generale è in diminuzione sul territorio regionale, motivo che certo non ci spinge ad abbassare la guardia- sottolinea l’assessore all’Ambiente e difesa del suolo, Paola Gazzolo. Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione e a 5 anni dall’ultima rilevazione è giusto fare il punto sullo stato attuale delle cose, per conoscere sempre meglio i processi che interessano il nostro territorio e mettere in campo le azioni più indicate per preservare l’equilibrio: il tempo trascorso dall’ultima indagine è un intervallo significativo per un’adeguata osservazione del fenomeno e dei suoi sviluppi più recenti”.
La subsidenza: le azioni della Regione
In diverse aree della pianura e della costa, l’Emilia-Romagna è soggetta a subsidenza naturale di velocità variabile a seconda delle zone. Nel corso del tempo, alle cause geologiche se ne sono affiancate altre prodotte dall’intervento dell’uomo, come gli eccessivi prelievi di fluidi dal sottosuolo. Si tratta della cosiddetta subsidenza antropica che presenta generalmente valori superiori rispetto a quella naturale.
Al monitoraggio del fenomeno, la Regione ha fatto seguire diverse azioni indirizzate sia alla conoscenza sia alla rimozione delle cause (con gli interventi previsti nel Piano di tutela delle acque e nel Piano di gestione del distretto idrografico).
Il monitoraggio a scala regionale in grado di fornire un quadro dettagliato della situazione, è iniziato nel 1999, anche se rilievi più localizzati sono stati condotti già dai primi anni ‘80 . Sono seguiti altri aggiornamenti utilizzando via via le nuove tecniche disponibili, come l’analisi interferometrica dei dati satellitari supportata da stazioni permanenti GPS, la stessa tecnica che verrà utilizzata per il rilievo 2016. /Eli.Col.
La subsidenza sul sito di Arpae