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A Reggio Emilia un convegno sul Dopo di Noi

handicap-assistenzaNella provincia di Reggio Emilia le persone con disabilità tra i 16 e di 65 anni seguite dai servizi per l’ handicap adulto sono circa 1700, a queste poi occorre aggiungere le persone disabili seguite dai servizi di salute mentale. Questi numeri della disabilità adulta sono destinati ad aumentare perché sono circa 300 ragazzi e le ragazze con disabilità certificata che frequentano le scuole superiori e poi i numerosi bambini seguiti dalla Neuropsichiatria infantile. Si tratta di una realtà importante e variegata che chiede a gran voce non solo integrazione ed inclusione, ma anche co-progettazione e coinvolgimento di tutte le realtà del territorio per garantire un presente più sereno ed un futuro più certo a tante persone e a tante famiglie.

Per affrontare questi temi, capire cosa cambia con l’approvazione della legge sul “dopo di noi” e in particolare alla luce della recente firma del decreto attuativo, il 3 dicembre la Fondazione Durante Dopo di Noi di Reggio Emilia Onlus promuove un convegno che si terrà a partire dalle 9,30 nei locali della parrocchia di San Luigi (via Torricelli). Il programma della giornata dopo il saluto del vice sindaco Matteo Sassi e una introduzione del presidente della Fondazione Massimo Giaroli prevede gli interventi del notaio Clito Brunori, un laboratorio a partire da casi concreti a cura degli avvocati Cecilia Barilli e Paolo Aniceti, una tavola rotonda con i consulenti Cosimo Scarafile e Giulio Trevisi e il notaio Giuseppe Caprino. La giornata di lavoro si concluderà con un question time.

 

Cosa prevede questa legge?

Il ‘Dopo di noi’ stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem. Ogni anno, poi, entro il 30 giugno il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha l’obbligo di presentare una relazione per verificare lo stato di attuazione della legge.

 

Perché è importante la legge sul dopo di noi?

La norma che «è volta a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità», si legge nell’articolo 1 del testo è importante perché per la prima volta nell’ordinamento giuridico vengono individuate e riconosciute specifiche tutele per le persone con disabilità quando vengono a mancare i parenti che li hanno seguiti fino a quel momento. L’obiettivo del provvedimento è garantire la massima autonomia e indipendenza delle persone disabili, consentendogli per esempio di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni ed evitando il ricorso all’assistenza sanitaria. Il testo liquidato estende le tutele anche a quei soggetti che pur avendo i genitori ancora in vita non possono beneficiare del loro sostegno. Viene però specificato che «tali misure sono definite con il coinvolgimento dei soggetti interessati e nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi».

 

Quale era la situazione prima della sua approvazione?

La norma si inserisce in un contesto giuridico che solo dal 1992, con la legge 104, ha cominciato a occuparsi di questa materia. Fu proprio questa norma a introdurre la nozione di «disabile grave» ovvero «un soggetto che a causa di una minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente continuativo e globale». Sei anni più tardi, nel 1998, con la legge 162 sono stati organizzati presso Comuni, Regioni ed enti locali programmi di aiuto alle persone disabili. Ma fino ad oggi non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare.

 

















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