Sono 306 le richieste di accesso al beneficio economico Sostegno all’inclusione attiva (Sia) giunte agli sportelli sociali del Comune di Modena dal 19 settembre al 15 novembre ma, in base ai controlli dell’Inps, l’80 per cento circa delle domande non è stata ritenuta idonea all’ottenimento del beneficio.
Lo ha fatto sapere l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli rispondendo giovedì 24 novembre, in Consiglio comunale, all’interrogazione di Tommaso Fasano. Il consigliere del Partito democratico, ricordando il decreto ministeriale che ha esteso a tutto il territorio nazionale il Sostegno all’inclusione attiva, una misura di contrasto alla povertà rivolta alle famiglie in condizioni economiche disagiate in cui siano presenti almeno un minore oppure un figlio disabile, ha chiesto informazioni sul numero di richieste di accesso nel Comune di Modena. Ha inoltre domandato “se si ritiene che esso possa approssimativamente corrispondere a quanti cittadini modenesi si stima siano nelle condizioni di poter ricevere il beneficio” e “se il Comune è riuscito a informare i propri cittadini riguardo al Sostegno all’inclusione attiva, in modo che nessun modenese in possesso dei requisiti perda l’occasione di avanzare la domanda”.
L’assessora ha quindi spiegato che le domande non ritenute idonee lo sono sostanzialmente per due motivi: non raggiungimento della soglia minima di 45 punti previsti dalla misura di inclusione o per godimento di provvidenze economiche, non erogate dal Comune, superiori a 600 euro mensili.
Delle domande con esito positivo, circa 60, la maggior parte riguarda cittadini già in carico al servizio sociale. “Siamo sufficientemente certi – ha sottolineato – dato l’alto numero delle domande, che la maggior parte dei cittadini che potenzialmente avrebbero diritto al beneficio abbia effettivamente presentato la richiesta”.
D’altra parte i potenziali beneficiari, oltre che tramite i soliti canali di comunicazione utilizzati dal Comune, sono stati informati attraverso un’azione capillare svolta dagli sportelli sociali dei Poli. Il cittadino, infatti, prima di prendere l’appuntamento per la presentazione della domanda Sia, riceve approfondite spiegazioni sulla misura di inclusione sociale, informazioni che riguardano sia i requisiti generali di accesso ma anche quelli necessari in relazione alla singola situazione nonché sulla finalità dell’erogazione.
Gli accessi informativi dal 1 settembre al 15 novembre 2016 sono stati 650 circa; in molti casi i cittadini si recano agli sportelli sociali con una adeguata pre-informazione e anche le assistenti sociali hanno svolto un’’azione di orientamento sui casi già in carico.
Urbelli ha anche sottolineato che “Il Comune di Modena è stato tra i primi a presentare la domanda, entro il 30 settembre, per aderire al Pon, il Programma operativo nazionale dedicato interamente all’inclusione sociale cofinanziato dal Fondo sociale europeo, per avere accesso al beneficio economico in tempi più rapidi: “La richiesta di finanziamento ha riguardato principalmente risorse di personale, in particolare abbiamo chiesto quattro assistenti sociali e un addetto amministrativo, per un totale di euro di circa 430 mila euro per il prossimo triennio. Stiamo attendendo un riscontro”.
Nella replica Fasano ha apprezzato il fatto che “sia stato fatto un lavoro di informazione capillare sulle persone che si rivolgono ai Poli, nonostante purtroppo le risposte negative siano state in maggioranza. Speriamo – ha proseguito che, come sembra, il piano nazionale ci dia l’opportunità di aumentare il numero di persone assegnate al settore per lavorare con maggior qualità e meno pressione”.