Martedì 22 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del ciclo dedicato al tema Città sante ideato dal Centro Studi Religiosi. Lucetta Scaraffia presenta la conferenza dal titolo Roma. Giubilei e pellegrinaggi nel cristianesimo.
Lucetta Scaraffia è professoressa di Storia contemporanea presso l’Università di Roma «La Sapienza», membro del Comitato nazionale per la bioetica e consultore del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione. Studiosa di storia delle donne, nei suoi lavori ha ricostruito le forme della religiosità femminile e della formazione dell’identità nazionale in relazione ai pellegrinaggi giubilari e ai culti nei santuari. Ha inoltre approfondito le questioni contemporanee della bioetica, con particolare riferimento alle fonti storiche dell’eugenetica. Editorialista per «Avvenire», «L’Osservatore Romano» e «il Messaggero», ha recentemente pubblicato: Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia (et al., Roma-Bari 2014); I doni dello Spirito Santo (a cura di, Padova 2015); Donne, chiesa, teologia (a cura di, Milano 2015); Le porte del cielo. I giubilei e la misericordia (Bologna 2015); Dall’ultimo banco. La Chiesa, le donne, il sinodo (Venezia 2016).
L’indulgenza giubilare, proprio per la sua importanza, sottolinea la sovranità pontificia sul mondo, ribadita dalla centralità romana e, all’interno della città, dalla centralità della basilica di San Pietro. Il giubileo fa parte quindi di un progetto di rafforzamento simbolico dell’autorità papale, al quale Bonifacio VIII lavorò per tutto il suo pontificato: è lui, infatti, a perfezionare le rappresentazioni pontificali facendosi raffigurare in un gran numero di ritratti e monumenti dove compare sempre ornato con le insegne pontificie, cioè le chiavi e la tiara, simbolo della pienezza dei poteri del Papa, spirituali e temporali. Si tratta di immagini di forte complessità simbolica, che non hanno precedenti nella storia dell’autorappresentazione del papato medievale. Il giubileo risulta quindi un momento fondamentale nell’esercizio dello specifico potere pontificio di aprire la porta del Cielo, rappresentato simbolicamente dalle chiavi. Già in occasione delle crociate il termine giubileo era stato usato come sinonimo di indulgenza plenaria, ma Bonifacio VIII, pur ispirandosi a questo modello, propose una novità assoluta: il premio non veniva offerto ai crociati, a coloro che rischiavano la vita combattendo per la Chiesa, ma ai pellegrini che venivano a Roma. Il 22 febbraio, a San Pietro, il papa promulgò quindi solennemente la bolla del giubileo, che prevedeva la retroattività dell’indulgenza al Natale dell’anno precedente. Nello stesso giorno, con altra bolla il Papa escluse dal beneficio del giubileo i ribelli della Chiesa, fra i quali figurano anche i suoi nemici personali, i Colonna. Per lucrare l’indulgenza giubilare, il Papa prescrisse che si dovessero quotidianamente visitare San Pietro e San Paolo fuori le mura per un periodo di trenta giorni per i romani e quindici per i forestieri, riallacciandosi così all’antica tradizione della visita alle tombe dei due apostoli. Ovviamente l’indulgenza era valida solo qualora i pellegrini si fossero confessati e pentiti dei loro peccati. Si trattava comunque di un giubileo ben diverso da quello ebraico, perché si doveva celebrare ogni «centesimo anno»: «Ogni centesimo è giubileo, risultato da due volte cinquanta, e perché non commuova la mente di alcuno il problema: perché la grazia rifiorisca ogni cento e non ogni cinquant’anni diciamo che gli alimenti più rari si prendono con più avidità».
In questo modo Bonifacio sottolineava che l’indulgenza del giubileo era cosa grande e unica, tale da non poter essere ripetuta spesso nel tempo – spiega Scaraffia – e ancora più del pellegrinaggio, erano l’adesione interiore e il pentimento a costituire l’aspetto più importante del rito. Il giubileo del 1300 fu probabilmente la più grande manifestazione di massa della cristianità medievale.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.
A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.