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Al via il progetto per la Casa delle donne a Villa Ombrosa Modena

Villa Ombrosa a Modena torna alle origini, recuperando elementi architettonici e decorativi settecenteschi, ma per rispondere alle necessità della futura Casa delle donne si amplia a nord, con una sala riunioni di 100 metri quadrati accessibile anche a struttura chiusa, e con un nuovo ingresso dal viale alberato raggiungibile da via Vaciglio.

La Giunta, nella seduta di martedì 15 novembre, ha approvato il progetto esecutivo di ristrutturazione dello storico edificio di via Vaciglio nord 6 che diventerà la sede della Casa delle donne: a inizio 2017 la pubblicazione della gara per l’assegnazione dei lavori. L’intervento alla storica villa, appartenuta nel ‘700 all’erudito modenese Ludovico Antonio Muratori e dal 1978 di proprietà del Comune, comporta un costo di circa 1 milione 200 mila euro a carico del Comune, e la conclusione è prevista per fine 2018.

Il progetto di riqualificazione di Villa Ombrosa verrà presentato nell’incontro pubblico con il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e gli assessori alle Pari opportunità Andrea Bosi e ai Lavori Pubblici Gabriele Giacobazzi “Verso la Casa delle donne” organizzato insieme alle associazioni femminili mercoledì 30 novembre alle 21 alla sala Manifattura della Residenza universitaria San Filippo Neri, in via Sant’Orsola 52.

La Casa delle donne, infatti, riunirà al suo interno il Centro documentazione donna e la sua biblioteca, le associazioni femminili con sede attuale in via del Gambero, Adaser (Associazione Donne Arabe e Straniere in Emilia Romagna); Casa delle donne contro la violenza; Differenza maternità; Donne nel mondo; Gruppo donne e giustizia; Udi-Unione Donne in Italia di Modena.

Il recupero del fabbricato sarà rispettoso degli elementi architettonici e decorativi caratteristici della villa settecentesca, con cornici, marcapiani e attacco a terra bugnato, che verranno riutilizzati in modo omogeneo nelle varie parti del nuovo complesso, uniformando la struttura originaria, le aggiunte novecentesche e l’ampliamento necessario per la nuova destinazione d’uso.

 

RITORNO AL ‘700 E NUOVO INGRESSO A NORD

L’intervento di ristrutturazione di Villa Ombrosa recupera elementi architettonici e decorativi settecenteschi e l’edificio, già soggetto negli anni scorsi a un primo stralcio di lavori prevalentemente strutturali, di consolidamento e adeguamento sismico, con la nuova progettazione vedrà un ampliamento a nord del solo piano terra, che ospiterà una sala riunioni di circa 100 metri quadrati, l’ingresso principale, i servizi igienici e uno spazio deposito e raccolta attrezzature.

La nuova ala verrà realizzata con un linguaggio architettonico omogeneo all’edificio storico, in modo rispettoso e non impattante, e sarà accostata al corpo principale sull’area di sedime degli ambienti non originari già aggiunti nel passato. Senza togliere importanza alla facciata storica più nobile del lato est, dove sarà ricomposto lo scalone originario di discesa nel parco, il nuovo ingresso sul fronte nord dal viale alberato raggiungibile da via Vaciglio verrà realizzato recuperando lo stesso motivo con l’inserimento del portone in nicchia per consentire la sosta protetta all’entrata e la collocazione al coperto di campanelli e targhe informative. Attorno alla ville non sono previste recinzioni per cui l’accesso al parco rimarrà possibile anche dalla stessa via Vaciglio.

La sala riunioni sarà accessibile anche da un ulteriore ingresso ricavato sul vialetto laterale di accesso pedonale al parco, che consentirà l’utilizzo della stessa anche negli orari di chiusura della restante struttura.

Verranno inserite inferriate nei primi due piani della villa e uniformati i sistemi di chiusura precedenti (in parte scuri e in parte tapparelle) prevedendo ovunque un sistema di scuri interni, più facilmente gestibili anche in presenza di inferriate e più adatti alla gestione quotidiana in una palazzina a uffici. Le finestre saranno dotate inoltre di veneziane frangisole integrate nel vetro.

È previsto, infine, un livellamento dell’area cortiliva tale da eliminare la differenza di quota con il piano terra, ribassato di circa 30 centimetri, e non rendere necessarie rampe di collegamento all’ingresso e problemi di barriere architettoniche e di ristagno d’acqua.

















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