Falsificazione di documenti di identità per superare le procedure finalizzate a garantirsi illecitamente l’ingresso e la permanenza in Italia: con queste accuse la Polizia municipale della Bassa reggiana ha eseguito 2 misure cautelari agli arresti domiciliari e una denuncia a piede libero nei confronti di altrettante persone di nazionalità moldava responsabili di aver formato ed utilizzato documenti di identità falsi, al fine di ottenere il riconoscimento della nazionalità romena (fittizia) e dunque lo status di cittadini comunitari e poter evitare le procedure previste per l’ottenimento del permesso di soggiorno.
Le indagini hanno preso il via nel mese di settembre, dopo che nel corso di un controllo stradale era stata sequestrata una patente romena risultata contraffatta. L’attività svolta successivamente dal Nucleo di polizia giudiziaria con l’ausilio dell’Ufficio falsi documentali e degli agenti del sub ambito Ovest ha consentito di accertare che la patente sequestrata non era l’unico documento di cui era in possesso lo straniero fermato. Infatti, approfondite verifiche hanno consentito di accertare che la stessa persona aveva presentato un documento di identità falso presso l’Ufficio anagrafe del Comune di Cologno Monzese (Milano) al fine di ottenere la sua prima iscrizione in Italia come cittadino romeno, quindi comunitario, per poi trasferirsi nel reggiano.
Attraverso verifiche ed appostamenti, e con la collaborazione degli Uffici anagrafe dei Comuni interessati, gli agenti della Bassa reggiana hanno poi accertato che la stessa procedura era stata messa in atto anche dalla madre dello straniero e da una sua amica che, con lo stesso stratagemma, avevano ottenuto l’iscrizione all’Ufficio anagrafe del Comune di Poviglio.
Su delega del Pubblico Ministero dott.ssa Giulia Stignani, lunedì mattina gli agenti hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione delle due donne rinvenendo i documenti contraffatti, ma anche i documenti originali che confermavano, in entrambi i casi, che le due donne erano di nazionalità moldava e quindi extracomunitarie.
Poiché era evidente la compartecipazione delle due donne alla falsificazione dei documenti in quanto avevano fornito ai falsari la propria foto ed i propri dati anagrafici, secondo quanto stabilito dalle norme di contrasto al terrorismo per le due donne è scattato l’arresto (obbligatorio in questi casi) ed entrambe sono state riposte ai domiciliari in attesa dell’udienza direttissima che si terrà nella giornata di mercoledì prossimo presso il Tribunale di Reggio Emilia.
Nel frattempo, verranno avviate le procedure per la cancellazione delle due donne e dell’uomo dai registri di stato civile e l’emissione da parte del questore dei relativi provvedimenti di espulsione.
Dal mese di agosto, quando è iniziata l’attività dell’Ufficio denunce della Polizia municipale della Bassa reggiana, sono state portate a galla circa dieci situazioni di illegalità.