La sezione modenese dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid) ha organizzato, con la collaborazione di Confindustria Modena, un convegno su un tema di grande attualità. Il titolo dell’incontro è «Ruolo e responsabilità sociale e civile delle imprese per il sostegno del welfare rigenerativo, per un’economia capace di coniugare mercato e bene comune». L’appuntamento è per mercoledì 16 novembre alle 17,30 presso l’Auditorium Fini di via Bellinzona. Ad approfondire gli aspetti e le implicazioni del welfare rigenerativo saranno l’economista Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna, e l’imprenditore e presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini.
La globalizzazione, la crisi economica, i cambiamenti sociali: sono molte le cause che stanno mettendo a dura prova il sistema di welfare che conosciamo. Una delle proposte in campo è passare a un paradigma di welfare di tipo rigenerativo. Un sistema capace di valorizzare la reciprocità di quello che diventa uno scambio, permettendo alle persone coinvolte di mettere in gioco le proprie conoscenze e disponibilità a cooperare. Lo slogan del welfare rigenerativo è dunque «Non posso aiutarti senza, in qualche modo, coinvolgerti».
Ma perché parlare di impresa? Perché, spiega l’economista Stefano Zamagni, «se si sceglie il modello del welfare rigenerativo, il ruolo dell’impresa diviene di centrale rilevanza. Per fortuna la percentuale di imprese e di imprenditori illuminati che possono accelerare questo processo è oggi in crescita».
Il welfare aziendale si regge sul principio di reciprocità proprio del paradigma rigenerativo: l’impresa, nei confronti dei suoi collaboratori e dei loro famigliari, sigla un accordo in base al quale si prendo carico, per esempio, di parte della sanità integrativa, dell’istruzione dei ragazzi e altro ancora, con iniziative volte al work-life balance e al sostegno economico delle persone; in cambio, il dipendente o il collaboratore acquisiscono un maggiore coinvolgimento e attaccamento nei confronti dell’azienda. Il risultato è un ambiente di lavoro più coeso, in cui si lavora meglio, e non ultimo (si è visto empiricamente) dove aumenta anche il livello di produttività.
Stefano Zamagni è un economista italiano. Laureato nel 1966 all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si è specializzato all’Università di Oxford (UK) presso il Linacre College. Ha insegnato all’Università di Parma e alla Bocconi di Milano. Attualmente è ordinario di Economia politica all’Università di Bologna.
Fa parte del comitato scientifico di numerose riviste economiche nazionali e internazionali ed è stato direttore della rivista Aretè. È membro dell’advisory board di Euricse (Trento). È inoltre autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico, tra cui alcuni manuali in uso in moltissime università.
Maurizio Marchesini, classe 1955, sposato e padre di due figlie, è amministratore delegato di Marchesini Group, azienda specializzata nella fornitura di macchine singole e linee complete per il confezionamento farmaceutico e cosmetico. L’inizio della carriera imprenditoriale avviene a 22 anni accanto al padre Massimo. Marchesini trasforma l’azienda nata come attività artigianale in un gruppo industriale da 1.200 dipendenti e 270 milioni di euro di fatturato (dati 2015).
Tra il 2009 e il 2011 è stato presidente di Unindustria Bologna e presidente della Fondazione Aldini Valeriani dal 2011 al 2013. Da giugno 2012 è presidente di Confindustria Emilia-Romagna. È componente del consiglio generale di Confindustria, componente del consiglio direttivo di Ucima e vicepresidente di Simest. Ha avuto la nomina a Cavaliere del lavoro nel giugno 2013 dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.