Ottiene un primo significativo risultato la denuncia presentata dall’Unione Regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, insieme all’Unioncamere Veneto e alla Camera di commercio di Bolzano presso il Segretariato Generale dell’Unione Europea contro il divieto di transito settoriale per mezzi pesanti sull’autostrada A12 in Austria.
In seguito a un compromesso raggiunto tra l’Unione Europea e la Regione del Tirolo, il 1° novembre 2016 è entrata infatti in vigore sull’autostrada A12 della Valle dell’Inn una versione ridotta del divieto di transito settoriale per mezzi pesanti superiori alle 7,5 tonnellate.
Dal divieto di transito settoriale sono stati esclusi a tempo illimitato tutti i veicoli pesanti della classe euro 6, mentre i mezzi della classe euro 5 saranno esclusi fino al 30 aprile 2017.
Ciò significa che i beni non deperibili indicati nel provvedimento, come ad esempio rifiuti, pietre, piastrelle o acciaio, potranno continuare a essere trasportati su strada con mezzi pesanti ecologici.
Grazie a questo compromesso, la Commissione europea non sarà più costretta a emettere un provvedimento cautelare per annullare completamente il divieto di transito settoriale.
Unioncamere Veneto, Unioncamere-Emilia Romagna e la Camera di commercio di Bolzano avvertono tuttavia che il problema non è da ritenersi completamente risolto.
Tanto più che la Vicepresidente del Tirolo austriaco, Ingrid Felipe, ha già annunciato i prossimi provvedimenti: a partire da maggio 2017 dovranno essere vietati i trasporti di beni deperibili su mezzi pesanti della classe euro 5.
Le due Unioni regionali delle Camere di commercio del Veneto e dell’Emilia-Romagna nonché la Camera di commercio di Bolzano sono sempre dell’avviso che un divieto di transito settoriale limiti la libera circolazione di merci nell’Unione Europea e che non sia una soluzione per il problema del traffico nei Paesi dell’arco alpino.
Un provvedimento che impedisce la circolazione, crea concorrenza sleale e danneggia l’economia e i consumatori su cui viene a ricadere un appesantimento dei costi di movimentazione delle merci.
Per questo motivo le tre istituzioni continueranno a battersi per l’abolizione del divieto di transito settoriale in Tirolo.