In Emilia Romagna ci sono 51 clan mafiosi presenti, tra cui 26 ‘ndrine calabresi, 13 famiglie legate alla Camorra, sette a Cosa Nostra, cinque alla Sacra Corona Unita, con un alto rischio d’infiltrazione nel tessuto economico, specie per le province di Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini. Allora, come scongiurare il rischio che lo sviluppo economico sia l’occasione per la criminalità organizzata di fare affari? Quali sono i settori più esposti? Che incidenza ha prodotto la mobilitazione della società civile e il contrasto giudiziario? Come tutelare i lavoratori delle aziende confiscate o sequestrate?
Se ne parlerà lunedì 7 novembre 2016, a Bologna, dalle ore 9.30 alle ore 13.00, in via Milazzo 16, nel convegno organizzato dalla Cisl Emilia Romagna dal titolo “Lavoro è legalità”. Dopo l’introduzione di Ciro Donnarumma, della Segreteria regionale Cisl, è prevista una tavola rotonda con gli interventi di Massimo Mezzetti (assessore regionale per la cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità), Vittorio Mete (sociologo dell’Università di Firenze), Enza Rando (responsabile nazionale ufficio legale Libera), Paolo Govoni (presidente CNA Emilia-Romagna), Francesco Milza (presidente dell’Alleanza cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna) e Giorgio Graziani (segretario generale regionale Cisl).