I ricavi del settore media calano nel 2015 dell’1.2%, passando da 14,378 miliardi del 2014 a 14,207 miliardi: un dato che rappresenta però una nota positiva se paragonato alle flessioni degli anni precedenti. Ce ne parla Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, sulla base della Relazione annuale dell’Agcom, che nota come la fase recessiva del sistema informazione degli ultimi anni subisca una battuta di arresto. Tv e radio occupano la fetta maggiore (8,501 miliardi, +0,8%). In netto calo ancora l’editoria (3,998 miliardi, -7.5%); cresce Internet (1,708 miliardi, +5,2%). Nel 2015 il settore delle comunicazioni (tlc, media e servizi postali) ha registrato una contrazione dei ricavi dell’1% a 52,6 miliardi di euro. In particolare, le tlc sono scese dell’1,5% a 31,9 miliardi, con il fisso (-2,5% a 16,1 miliardi) che è sceso più del mobile (-0,5% a 15,7 miliardi); i media hanno registrato una contrazione dell’1,2% a 14,2 miliardi; i servizi postali sono invece cresciuti dell’1,8% a 6,4 miliardi. Il settore incide per oltre il 3% sul Pil. Un sistema tripolare domina ancora il mercato tv. Circa il 90% dei ricavi totali nel 2015 è detenuto dai tre big, a podio invariato: Sky resta regina con una quota del 32,5% (in calo di 1 punto sul 2014); Mediaset è ancora seconda con il 28,4% (+0,4%), tallonata da Rai con il 27,8% (+0,3%). Poi Discovery con il 2,3% (+0,3%) e il gruppo Cairo con l’1,5% (-0,2%). Gli altri soggetti occupano insieme il 7,4% (+0,1%).
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