Continua la crescita della base imprenditoriale estera regionale, seppur più lenta rispetto a quella nazionale. Grazie all’avvio della ripresa, al 30 settembre le imprese attive straniere raggiungono quota 45.619 (l’11,1 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.175 unità, pari al +2,6 per cento. In Italia l’aumento è ancora una volta più rapido (+3,6 per cento) e le straniere superano quota 511 mila, il 9,9 per cento del totale. Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese straniere diminuiscono solo in Valle d’Aosta. L’incremento è più rapido in Campania (+9,1 per cento), Calabria (+5,1 per cento) e Lazio (+4,7 per cento). Nelle regioni con cui ci si confronta, l’aumento delle imprese straniere è più rapido in Lombardia (4,5 per cento), ma non in Veneto (+2,2 per cento) e Piemonte (+1,6 per cento).
La forma giuridica. La tendenza positiva di imprese a titolarità estera è data innanzitutto dalle ditte individuali (+688 unità, +1,8 per cento), nonostante gli effetti della crisi passata ne limitino l’aumento. Esse costituiscono l’83,2 per cento delle imprese straniere e comprendono molte imprese marginali. Un altro contributo sostanziale è giunto dalla crescita più rapida delle società di capitale (+480 unità, +14,7 per cento), sostenuta dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito però alla riduzione delle società di persone (-1,0 per cento). Aumentano sensibilmente le cooperative e i consorzi (+6,3 per cento).
Settori di attività economica. La crescita nel settore dei servizi (+1.143 imprese, +5,2 per cento), traina quella complessiva e è determinata soprattutto dall’aumento delle imprese del commercio (+451 unità, +4,0 per cento) e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+276 unità, +7,0 per cento). Aumentano continuamente anche le imprese dei servizi per la persona (+168 unità, 13,8 per cento). E’ contenuta la tendenza negativa nelle costruzioni (-0,4 per cento) e segna ancora una crescita l’industria (+1,4 per cento), per la metà determinata dalle confezioni, e l’agricoltura (+4,4 per cento), settore marginale per le imprese estere.