Nei piatti degli 8 mila bambini delle mense scolastiche del Comune di Modena sono arrivate triglie e alici pescate nell’Adriatico, lavorate, diliscate e preparate da Cir Food nel Centro produzione pasti di via Malavolti. A casa i bimbi hanno portato il pesciolino colorato cartonato di “Dalla rete al piatto”, la campagna divulgativa rivolta alle famiglie modenesi i cui figli consumano il pasto scolastico, con l’obiettivo di valorizzare il consumo di pesce fresco e sensibilizzare a un sano stile alimentare. Fra qualche giorno sapremo anche se i bambini hanno apprezzato la pasta al sugo di pesce fresco, grazie alle schede per il rilevamento del gradimento inviate alle scuole.
L’iniziativa si è svolta mercoledì 26 ottobre nell’ambito di una sperimentazione nazionale, in cui rientra il Comune di Modena, sostenuta dal Ministero per le Politiche Agricole che mira a dimostrare che è possibile introdurre il pesce fresco locale, lavorato e trasformato, nella ristorazione collettiva a prezzi competitivi.
Il pesce consumato in asili nido, scuole dell’infanzia e scuole primarie della città servite con pasto in asporto è arrivato direttamente dalle marinerie delle regioni adriatiche di Romagna e Marche al Centro pasti dove è stato lavorato e preparato al posto di quello congelato. Una seconda somministrazione, a base di palamita fresco dorato al forno, avverrà nelle scuole modenesi venerdì 28 novembre.
Il progetto si pone più di un obiettivo. È ormai noto infatti che il pesce fresco è indispensabile in un’alimentazione sana ed equilibrata, è tra gli alimenti maggiormente consigliati per le notevoli proprietà nutrizionali e i benefici che apporta all’organismo.
Le ultime ricerche nel campo dell’educazione alimentare riferiscono, inoltre, che la mensa è un luogo d’eccellenza per l’educazione alimentare, dove il bambino comincia a sperimentare la propria autonomia rispetto all’ambiente familiare sia nel senso del comportamento che dell’assaggio di nuovi cibi.
L’intento della sperimentazione ministeriale è favorire il consumo del pesce povero proponendolo fresco, nel mercato della ristorazione collettiva, dopo che sia stato trasformato in tipologie di prodotto di facile consumo, come filetti, bastoncini, hamburger e altri tipi di lavorazione che non prevedono la presenza di spine.
Oltre alle scuole di Modena, il progetto coinvolge il Presidio ospedaliero di Pescara, l’Università Tor Vergata Roma 2 e un’azienda privata del centro-Italia, fino a raggiungere oltre 10 mila utenti con 1.500 kg di pesce fresco lavorato corrispondenti a 6.000 kg di pesce tal quale, coinvolgendo nove mercati ittici.
Per il Ministero la riuscita del progetto potrebbe avere un’importante ricaduta, oltre che sul benessere e sulle abitudini alimentari dei consumatori, sull’intera filiera produttiva, sia dal punto di vista occupazionale, poiché la lavorazione del pesce fresco in preparati preconfezionati necessita di un rilevante impiego di manodopera, sia dal punto di vista prettamente d’indotto economico, poiché sarebbe conquistato un nuovo mercato di notevole rilievo finanziario, che attualmente è esclusivo appannaggio del prodotto congelato, spesso proveniente dall’estero.
Infine, l’intento è far sì che l’esperienza avviata non rimanga fine a se stessa, ma permetta di creare rapporti commerciali duraturi tra il sistema delle mense collettive e il mondo della pesca, attraverso la creazione di accordi commerciali stabili che sostengano il settore ittico garantendo nel contempo un’alta qualità del prodotto proposto.