E’ stata scoperta per la prima volta nel 2012 in provincia di Modena, precisamente a Magreta, la terribile “cimice cinese” che sta costringendo i cittadini a barricarsi in casa con porte e finestre chiuse mentre nelle campagne si contano i danni provocati da questi insetti che distruggono pere, mele, kiwi, uva ma anche coltivazioni di soia e mais. E’ quanto riferisce Coldiretti Modena che già durante l’estate aveva lanciato l’allarme chiedendo alla Regione Emilia Romagna il riconoscimento dello stato di calamità per i danni alla produzione di pere che quasi 200 aziende modenesi hanno subito segnalando perdite stimate, in alcune zone, fino all’80% della produzione.
A favorirne la diffusione – informa Coldiretti Modena – è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Un problema che – precisa Coldiretti – rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere n primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova.
La cosiddetta “cimice cinese” o “cimice marmorata asiatica” (Halyomorpha halys il nome scientifico) è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché – ricorda Coldiretti Modena – prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta.
La lotta per ora può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari. Se le cimici provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomo, oltre al fastidio provocato dagli sciami che si posano su porte, mura delle case e parabrezza delle auto, l’unico pericolo è quello di restare vittima del cattivo odore che gli insetti emanano se schiacciati.
La cimice cinese ed è un insetto originario dall`Asia orientale, in particolare da Taiwan, Cina, Giappone. Gli studiosi la definiscono una varietà estremamente polifaga che si nutre di un`ampia varietà di specie coltivate e spontanee.
L’invasione dei cosiddetti insetti alieni provenienti da altri continenti è dovuta – sostiene la Coldiretti – dall’intensificarsi degli scambi commerciali attraverso i quali sono arrivati in Italia dove hanno trovato un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici. La cimice è infatti solo l’ultimo dei parassiti inediti per l’Italia dove nel tempo sono arrivati, per fare qualche esempio, dalla Popillia Japonica alla Drosophila suzukii, dal Dryocosmus kuriphilus alla Xylella, con un conto dei danni all’agricoltura nazionale stimato in oltre il miliardo di euro.
Siamo di fronte – conclude la Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultima anni ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura.