Inaugura sabato 22 ottobre alle 18, alla Palazzina dei Giardini Ducali in corso Canalgrande a Modena, la mostra “605 prepared dc+motors, cardboard boxes”. Allestita per “Node” festival (a Modena dal 9 al 12 novembre), è la prima personale in un museo italiano dell’artista svizzero Zimoun, noto per le sue opere che uniscono “sound art” e architettura degli spazi. A cura di Filippo Aldovini, è organizzata e prodotta da Galleria civica di Modena e Fondazione Cassa di risparmio di Modena in collaborazione con Associazione Lemniscata e fuse* .
Questa mattina, giovedì 20 ottobre, l’esposizione è stata presentata in anteprima alla stampa, contestualmente con il programma dell’edizione 2016 del festival “Node”, da Gianpietro Cavazza, assessore alla Cultura; Gabriella Roganti, della Galleria civica di Modena; Filippo Aldovini, curatore della mostra; l’artista Zimoun; Marco Mancuso, direttore di Digicult e Mattia Carretti, direttore di fuse*.
La mostra coinvolge le cinque sale della Palazzina dei Giardini, ciascuna delle quali è “abitata” da un’installazione meccanica costruita con materiali semplici – scatole di cartone, sfere di cotone, cavi di metallo, legno…- con sistemi automatici che generano movimenti e rumori.
Attraverso oggetti industriali di uso comune e costruzioni minimaliste, spiega il curatore, Zimoun esplora il ritmo meccanico, la tensione tra i modelli ordinati del Modernismo e la forza caotica della vita, con organismi in grado di abitare lo spazio in cui sono allestiti per mezzo di un sottile rapporto tra suono e volumetria circostante. Nel suo lavoro, infatti, si riuniscono le competenze dell’ingegnere, dell’architetto, dell’artigiano, ricercatore, arrangiatore e del direttore d’orchestra.
Autodidatta, ossessionato dalla semplicità degli oggetti, dai movimenti e dai suoni generati da essi – prosegue la scheda di presentazione – continua a opporsi stoicamente alla dittatura dei nuovi media e della tecnologia, ricordando come l’artista possa trasformare la percezione di ciò che ci circonda. Attraverso l’utilizzo volontario di titoli che descrivono le sue opere semplicemente come un elenco dei materiali e delle componenti meccaniche utilizzate, le sculture sonore di Zimoun richiedono all’osservatore un ulteriore sforzo di immaginazione, rendendolo attivamente partecipe nel completamento dell’opera stessa. “Nelle mie opere – dice Zimoun – si ascolta ciò che si vede. Così la relazione tra i materiali il movimento e il suono è chiara ed essenziale.”
L’esposizione è accompagnata dal catalogo “Zimoun. 605 prepared dc motors, cardboard boxes”, un libro oggetto sonoro a cura di Filippo Aldovini, autore dei testi insieme al critico e curatore Marco Mancuso, direttore di Digicult. La pubblicazione, in 400 copie numerate, è stata disegnata e impaginata da Luca Lattuga con fotografie di Paolo Terzi, ed è prodotta dalla Galleria civica di Modena con il contributo di Scatolificio Cartotecnica Modenese.
La mostra è visitabile gratuitamente alla Palazzina dei Giardini Ducali fino al 5 marzo 2017 da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18 a orario continuato; chiuso lunedì e martedì. Apertura straordinaria lunedì 31 ottobre dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Informazioni on line (www.galleriacivicadimodena.it – www.nodefestival.com).
MODENA, ARTI ELETTRONICHE E DIGITALI IN FESTIVAL
Da mercoledì 9 a sabato 12 novembre tra Planetario, Teatro Storchi, Galleria civica e San Bartolomeo artisti dal mondo in città tra suono, multimedia e arti visive
Il festival “Node”, dedicato alle arti elettroniche e digitali, ritorna a Modena da mercoledì 9 novembre a sabato 12, e riparte per la sua ottava edizione ospitando artisti provenienti da tutto il mondo che esplorano le diverse stratificazioni del suono nei punti di intersezione con le discipline multimediali e le arti visive.
L’edizione 2016 (produzione Lemniscata in collaborazione con fuse*, grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e Galleria civica di Modena) è stata presentata ai giornalisti giovedì 20 ottobre alla Palazzina dei Giardini Ducali insieme alla mostra personale dell’artista svizzero Zimoun, l’inaugurazione della quale il 22 ottobre alle 18 rappresenta di fatto il primo appuntamento del festival. La mostra alla Palazzina, visitabile gratuitamente fino al 5 marzo 2017, è curata da Filippo Aldovini, direttore artistico di “Node”, e organizzata e prodotta da Galleria civica di Modena e Fondazione Cassa di risparmio di Modena (per informazioni www.galleriacivicadimodenta.it).
Per l’opening di “Node” del 9 novembre arriva nella chiesa di San Bartolomeo, in via dei Servi nel centro storico di Modena, il pianista ucraino Lubomyr Melnyk, innovatore nel panorama della musica classica contemporanea, a presentare il suo ultimo album “Illirion”, pubblicato da Sony Classical.
Il 10 novembre “Node” si sposta al Planetario civico “Martino” di Modena con tre grandi nomi della scena elettroacustica e sperimentale italiana accompagnati dai live visual di Paradoxes, realtà ravennate specializzata in live performances per planetari. Protagonisti della serata sono Giuseppe Ielasi, che presenterà materiale inedito del suo progetto solista “Inventing Masks”, e il duo formato da Giovanni Lami ed Enrico Malatesta con un progetto site-specific pensato per la struttura architettonica del planetario e ispirato alle atmosfere del racconto di Philip K. Dick, “We can remember it for you wholesale”.
L’11 novembre alla Galleria civica di Modena, nella sede di Palazzo Santa Margherita, serata a ingresso gratuito caratterizzata da quattro performance curate da sei artisti diversi: l’americano Huerco S. che presenterà dal vivo in anteprima nazionale il suo ultimo album “For Those Of You Who Have Never (And Also Those Who Have)”, che propone la sua concezione unica di techno destrutturata; il progetto collaborativo di Rashad Becker , guru dell’elettroacustica contemporanea, ed Eli Keszler , sound artist poliedrico e virtuoso batterista proveniente dalla scena free jazz di New York; Fis (acronimo per Forever in Search), del produttore neozelandese Oliver Peryman, noto per l’approccio musicale tra texture organiche e imponenti ondate soniche. Fis presenta in esclusiva per “Node” il suo ultimo “From Patterns to Details” in un’inedita performance audio-video in collaborazione con il videoartista Jovan Vucinic; infine, la sound artist italiana Gea Brown, in un set che combina differenti filoni musicali del passato e del presente in un originale approccio al “djing”.
Il festival chiude il 12 novembre al Teatro Storchi con due spettacoli audiovisivi di forte impatto. Fulcro dell’evento la prima nazionale di “Lumière II” di Robert Henke, guru dell’elettronica e specialista nell’utilizzo a fini artistici delle tecnologie laser. Il nuovo progetto dell’artista tedesco – che ha debuttato nel febbraio 2015 al Centre Pompidou di Parigi – spinge all’estremo le possibilità del medium creando immagini che coprono l’intero spettro visivo attraverso forme e fenomeni cinetici eleganti ed elaborati. Con “Lumière II”, Henke produrrà una connessione costante fra laser e suoni nel punto di unione tra concerto e visual art. L’apertura della serata sarà affidata, invece, al musicista inglese di origini cingalesi Paul Jebanasam, che crea atmosfere evocative e cinematografiche, accompagnato dai live visuals di Tarik Barri, artista visivo con all’attivo collaborazioni come quella con Thom Yorke per il quale ha curato l’accompagnamento visivo nel tour Atoms for Peace.
Zimoun (1977, Berna) vive e lavora a Berna, in Svizzera. Le sue opere sono state esposte al “Nam June Paik Art Center”, Corea del Sud; al “Kuandu Museum of Fine Arts”, Taipei; al “Ringling Museum of Art”, Sarasota; all’ “Harnett Museum of Art”, Richmond; alla “Bitforms gallery”, New York; alla “Kunsthalle”, Berna; al “SeMA”, Seoul; al “Museum of Art; Kunstmuseum”, Liechtenstein, Vaduz; al “Musée des beaux-arts de Rennes”; alla “Centrale for Contemporary Art”, Bruxelles; alla “Galerie Denise René”, Parigi; al “Museum Les Champs Libres”, Rennes; al “Mnac – Contemporary Art Museum”, Bucarest; al “Beall Center for Art + Technology”, Irvine; al “Museum of Fine Arts”, Berna; al “Msum Museum of Contemporary Art Metelkova”, Lubiana; al “National Art Museum”, Pechino; al Museo d’Arte della Svizzera Italiana”, Lugano. Nel 2016 è stato il primo artista invitato da Sennheiser per il “Future Audio Artist Program”, installando un’opera a Basilea durante Art Basel.