Studiare pollini e carboni per scoprire quali piante erano presenti nel paesaggio. Questo fa l’archeobotanica, una delle scienze che si affianca all’archeologia tradizionale nella ricostruzione degli ambienti e della vita di età lontanissime. E prorio l’archeobotanica torna a essere protagonista della giornata di domenica 9 ottobre al Parco archeologico museo all’aperto della Terramara di Montale.
L’appuntamento intitolato “Le piante raccontano…”, organizzato in collaborazione con l’Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, aiuta i visitatori a cogliere l’importanza dell’archeobotanica nella ricostruzione del paesaggio preistorico, in particolare quello del nostro territorio circa 3.500 anni fa, nell’Età del Bronzo. Le analisi approfondite sui pollini, semi, frutti e carboni provenienti dagli scavi hanno fornito, infatti, i dati necessari per capire come si caratterizzava l’ambiente ai tempi delle Terramare.
Con il laboratorio “Botanici… in erba” (consigliato per bimbi e ragazzi dai 3 ai 13 anni di età) i giovanissimi visitatori potranno realizzare un erbario, andando alla ricerca di piante che esistevano già migliaia di anni fa negli stessi luoghi.
Sarà possibile osservare come sia stata prestata grande attenzione all’ambiente naturale nella zona che ospita le ricostruzioni di due palafitte. Le specie esotiche preesistenti nell’area sono state gradualmente eliminate e sostituite con specie individuate grazie alle analisi archeobotaniche o compatibili con l’ambiente naturale padano dell’epoca, come la quercia, il carpino, l’olmo, l’acero, il corniolo, il prugnolo, il noce, il frassino, il tasso, il salice e la vite. Lungo le sponde del fossato ricostruito sono presenti piante tipiche dell’ambiente umido di pianura.
Il Parco della Terramara di Montale è aperto al pubblico le domeniche e i festivi dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 (ultimi ingressi alle 12 e alle 17.45).
Le visite sono guidate e partono ogni 45 minuti per gruppi di massimo 60 persone.
Informazioni sul sito web (www.parcomontale.it) o su Facebook (parcomontale).