“Dopo i presidi e le azioni sindacali svolte nei mesi scorsi – spiega in una nota Filctem/Cgil Carpi – inizia l’azione legale dei 41 dipendenti licenziati dalle due aziende carpigiane Arb2 e Coan, fallite da un giorno all’altro la scorsa estate, con lavoratori di fatto estromessi dal lavoro e lasciati senza stipendio e senza Tfr da giugno scorso.
La Arb2 e la Coan erano due aziende carpigiane che si occupavano di stiro, imbusto e logistica per importanti marchi della moda italiana, a giugno occupavano oltre 80 addetti, e avevano la propria sede in un unico stabilimento (in Strada Romana Nord 41/e a Carpi)”.
“Lo scorso sabato 10 giugno i lavoratori avevano notato uno strano e improvviso spostamento di materiali e macchinari dalle Arb2 e Coan, che venivano scaricati presso un’altra azienda del territorio. Di ciò ne hanno fatto denuncia presso la Guardia di Finanza di Carpi. Al rientro dal weekend il lunedì successivo 13 giugno, i lavoratori trovarono i cancelli delle loro aziende chiuse e solo in quel momento capirono quanto era accaduto.
Circa un mese dopo le due aziende, Arb2 e Coan, hanno infatti dichiarato fallimento lasciando a casa circa 60 persone delle quali solo una piccola parte è riuscita a ricollocarsi, mentre altri si trovano tuttora in situazioni di grave disagio socio-economico.
I lavoratori e le lavoratrici esclusi – prosegue il sindacato – hanno impugnato il licenziamento sostenuti dalla Filctem/Cgil in quanto ritengono che la nuova azienda stia di fatto continuando l’attività di Arb2 e Coan, cosa che configurerebbe una violazione delle norme previste in materia di trasferimento di ramo d’azienda.
La Filctem/Cgil e lavoratori sono infatti convinti che la nuova azienda continui a lavorare con gli stessi clienti, gli stessi macchinari e gli stessi responsabili di Arb2 e Coan e con una parte degli stessi dipendenti successivamente riassunti”.
“Il sindacato – dichiara Sergio Greco della Filctem/Cgil – farà di tutto per tutelare i lavoratori e le lavoratrici in questa difficile vertenza, dal momento che sono stati lasciati all’improvviso senza lavoro e molti di loro si trovano ora in condizioni di grande difficoltà”.