Contrastanti, i risultati relativi al saldo apertura-cessazione di attività nel terziario, sul territorio modenese, elaborati dall’Osservatorio Nazionale Confesercenti, su dati Unioncamere al 31 agosto 2016. All’incremento del numero di imprese nel settore della ristorazione nonché, in maniera minore, in quello del commercio ambulante, si contrappone in modo più marcato il calo del numero di esercizi nel commercio in sede fissa, sia alimentare che extralimentare. I dati relativi alla nascita-mortalità delle imprese a Modena e provincia ricalcano le tendenze evidenziate sia a livello regionale che nazionale. Il saldo negativo tra aperture e cessazioni è purtroppo la naturale conseguenza dell’andamento dei consumi che nel 2016 risultano di nuovo in calo e si riflettono negativamente su ricavi e redditività delle MPMI.
Entrando nel merito dei diversi settori, al 31 agosto 2016 le imprese attive nel dettaglio alimentare nella nostra provincia registrano un calo numerico dell’1,30% rispetto al 31 agosto 2015. Anche peggiore l’andamento del dettaglio extralimentare che in un anno vede diminuire le imprese attive dell’1,5% a livello provinciale. In entrambi i settori il trend del territorio modenese è leggermente peggiore rispetto ai dati della Regione Emilia Romagna ed a quelli nazionali.
Lievemente positivo l’andamento del settore del commercio ambulante: al 31 agosto 2016 il numero di imprese attive risulta in crescita dello 0,6% rispetto a quello di un anno fa, a fronte di un dato regionale in calo, ma in linea invece con il dato nazionale anch’esso in crescita anche se più marcata.
In crescita in modo decisamente più sostenuto il numero di imprese attive nel settore della ristorazione che al 31 agosto 2016 registra un aumento del 2% rispetto alla stessa data del 2015. Stabili invece i bar. Un andamento in linea con i dati regionali e nazionali. Tale aumento è contrassegnato in particolare dall’apertura di imprese innovative che propongono formule originali e che si rivolgono ad una clientela prevalentemente giovane. Bisogna però anche registrare il forte turnover nel settore, per cui le nuove imprese hanno una vita media di poco più di 2 anni.
“Resta comunque uno scenario preoccupante – rileva Confesercenti Modena – il rallentamento della ripresa, il calo costante della fiducia dei consumatori, l’incertezza delle prospettive che induce sempre più al risparmio pur a fronte di un aumento del reddito disponibile delle famiglie, la conseguente frenata dei consumi, sono indicatori di un clima di preoccupante instabilità per il Paese ed in particolar modo per le piccole e medie imprese”.
“E’ quindi urgente e necessario – prosegue l’Associazione imprenditoriale – uscire da questa situazione di avvitamento attivando l’adozione di misure strutturali volte a favorire gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro, a partire dalla proroga degli sgravi per nuove assunzioni. Anche la leva fiscale inoltre dovrà essere opportunamente utilizzata: l’istituzione dell’Imposta sul Reddito Imprenditoriale è sicuramente una misura positiva, ma dovrà essere affiancata da un percorso di progressiva riduzione dell’IRPEF che sia in grado di dare un impulso ai consumi delle famiglie. Sarà poi indispensabile implementare nuove politiche del credito, occorrono a questo proposito misure che favoriscano una ripresa dei finanziamenti agli investimenti e lo sviluppo del credito soprattutto alle imprese minori”.
“E’ infine necessario – conclude Confesercenti – sia a livello nazionale che locale, contemplare un valido sistema di incentivi finalizzati alla riqualificazione degli assi commerciali e dei centri storici, prevedendo in ambito locale, la destinazione di risorse finalizzate all’innovazione e qualificazione delle PMI del commercio, derivanti dagli introiti a seguito di autorizzazione all’apertura di medie e grandi strutture di vendita”.