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Pensioni, Cgil Modena: primo passo importante, ma occorre continuare la revisione della Legge Fornero

Tania-Scacchetti“Il verbale sottoscritto il 28 settembre tra Governo e sindacati sulle pensioni, è sicuramente un primo importante passo avanti, frutto delle mobilitazioni di questi anni del sindacato, e segna un’inversione di tendenza dopo 10 anni di mancati confronti con le parti sociali su un tema così importante per le vita delle persone”. Così Tania Scacchetti, segretaria Cgil Modena e Tamara Calzolari, responsabile welfare segreteria Cgil Modena.

“Sicuramente un primo obiettivo raggiunto riguarda la tutela dei redditi medio-bassi da pensioni attraverso l’innalzamento della no tax area a 8.125 euro, una richiesta da anni sostenuta dai sindacati unitariamente, che parifica il trattamento fiscale dei pensionati a quelli dei lavoratori dipendenti.

Anche l’estensione della 14^ mensilità ad oltre un milione 200 mila pensionati che stanno nei 1.000 euro netti mensili va nella stessa direzione. In base ad un meccanismo che valorizza i contributi versati, la 14^ aumenterà anche di valore oscillando da circa 500 a 650 euro.

Altro aspetto estremamente positivo dell’intesa riguarda il cumulo gratuito dei contributi maturati in diverse casse previdenziali che consente di maturare un’unica pensione a fronte di carriere lavorative con contribuzioni in diverse gestioni (pubblica, privata, gestione separata, casse autonome), dando così una risposta ai tanti lavoratori precari che hanno avuto carriere discontinue.
Il cumulo gratuito è una rivendicazione unitaria che finalmente trova una risposta in termini di equità.

Sui lavoratori precoci e usuranti, condizioni su cui i sindacati si sono spesso mobilitati, ci sono importanti impegni del Governo da approfondire nei prossimi incontri. Il confronto con il Governo su questi aspetti troverà quindi un giudizio compiuto nelle prossime settimane, anche in relazione alle risorse stanziate.
Per i precoci sono state eliminate le penalizzazioni all’uscita anticipata ed è stato consentito l’accesso con 41 anni di contributi per disoccupati senza ammortizzatori sociali, persone con disabilità e lavoratori occupati in attività gravose (categorie che si devono però delineare nel confronto successivo).

Sui lavori usuranti, su cui si è condiviso l’importante obiettivo di introdurre nuove e migliori condizioni di accesso alla pensione, si comincia a dare una prima risposta rispetto alla nostra richiesta sull’eliminazione dell’adeguamento dei requisiti collegati all’aspettativa di vita, eliminando dunque dal 2019 l’allungamento progressivo di 3 mesi ogni 2 anni previsto dall’attuale normativa.

La Cgil mantiene invece un giudizio negativo sull’Ape (anticipo pensionistico) che è di fatto una forma di indebitamento ventennale per il lavoratore, fortemente penalizzante in termini economici (mutuo e assicurazione a carico del lavoratore) e che non può considerarsi in quanto tale una forma di flessibilità pensionistica.
La Cgil guarda con interesse alla cosiddetta Ape agevolata destinata a categorie svantaggiate (disoccupati senza reddito, lavoratori impegnati in lavori pesanti o rischiosi, in determinate condizioni di salute o per lavoratori impegnati in lavori di cura verso parenti conviventi entro il primo grado con gravi disabilità) poiché il costo dell’anticipo pensionistico è interamente a carico dello Stato.
Bisognerà attendere i futuri incontri che declineranno meglio le condizioni di accesso all’Ape agevolata. Si intravvede in questa misura il riconoscimento di un reddito-ponte sottoforma di un super-ammortizzatore sociale per lavoratori svantaggiati, riconoscendo una flessibilità all’accesso alla pensione legata appunto alle condizioni più disagiate (fra queste anche molte donne costrette a rinunciare al lavoro per attività di cura).

Tamara-CalzolariMolti però sono ancora i punti della piattaforma sindacale a cui non viene data risposta, a partire dalla pensione di garanzia per i lavoratori più giovani penalizzati dal sistema contributivo e dalla precarietà. Manca anche una risposta strutturale al problema degli esodati e una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo. Per gli attuali pensionati è inoltre necessario trovare un diverso meccanismo di perequazione che tuteli meglio il potere d’acquisto delle pensioni.
Per questo motivo la Cgil – concludono  Scacchetti e Calzolari – attende i prossimi incontri con il Governo per verificare la completa attuazione degli impegni presi in questa prima fase e rilancia l’azione a sostegno del recepimento completo della piattaforma unitaria, che dovrà trovare risposte nei prossimi mesi.
Nelle prossime settimane saremo certamente impegnati nella diffusione, tramite assemblee unitarie e iniziative di organizzazione, dei risultati ottenuti e del rilancio delle questioni ancora aperte sul tema delle pensioni”.

















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