“Al termine dei miei progetti, mi soffermo sempre a vederne i difetti”: così ha esordito Manuel Aires Mateus, fondatore con il fratello Francisco dell’omonimo Studio di Architettura di Lisbona, durante la sua conferenza questa mattina a Cersaie, presso la Galleria dell’Architettura, parte integrante del programma culturale “costruire abitare pensare”. A fare gli onori di casa, il Professor Francesco Dal Co, storico dell’Architettura.
L’architetto portoghese ha presentato i suoi progetti dai quali si evince la grande centralità del concetto di “spazio”, che è la capacità dell’architettura di riempire un vuoto.
“Tutto inizia da una piattaforma” ha sottolineato Mateus nel raccontare il progetto per l’Atrio de la Alhambra a Granada: la spazialità tra cielo e suolo, tra interni ed esterni e il patio come luogo che raccoglie la luce e trasmette un senso di ordine e di infinito.
Secondo Manuel Aires Mateus l’architettura, al contrario della moda, è un’arte che perdura nel tempo ed è caratterizza dalla durata, ovverosia è l’arte della permanenza. Non deve resistere solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista concettuale che è ancora un altro ‘tempo’: la resistenza dell’idea è più lunga della resistenza fisica. Quello che conta in un progetto architettonico non è il budget, ma il rapporto con il tempo: l’architettura diventa un contenitore che supporta la vita e le si adatta.
Tra i suoi progetti più significativi la sede di EDP a Lisbona, la scuola di Vila Nova da Barquinha, il nuovo Polo Museale di Losanna, la Facoltà di Architettura e Design di Tournai in Belgio, il Centro delle Arti di Sines, l’installazione per la Biennale di Venezia del 2012 e numerose abitazioni in tutto il Portogallo. Di particolare rilievo il Museo del Faro sulla spiaggia di Santa Marta, a Cascais, vicino a Lisbona in Portogallo: l’opera segue due temi principali: la vita quotidiana del guardiano del faro e la storia del luogo. Oltre allo spazio dedicato al museo, il complesso del Farol Museu de Santa Marta comprende anche il faro originale del 1864 per il quale sono state utilizzate piastrelle di due colori sulle facciate e sul tetto: bianco ottico e blu oceano.